L’APPELLO DI FEDRIGA AL GOVERNO: “BLOCCARE ADESIONE FINLANDIA ALLA NATO DOPO LA CRISI WARTSILA”

«Il Governo fermi la Finlandia nella Nato»: la richiesta che tocca un fronte molto delicato a livello internazionale, proviene dal Presidente di Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Intervistato da “Il Piccolo” il Governatore leghista rilancia sul tema che lo vede impegnato da settimane, ovvero l’intricata vicenda della crisi Wartsila: la multinazionale finlandese, leader d’eccellenza nella produzione di grandi motori ad uso navale e per produzione elettrica, il 14 luglio scorso ha annunciato la volontà di cessare l’attività produttiva nell’impianto di Bagnoli della Rosandra (con conseguenti 450 esuberi) per poter delocalizzare la produzione di motori 4 tempi direttamente a Vaasa, in Finlandia. Da qui dunque l’appello lanciato dalla Regione a guida Fedriga perché il Governo finlandese e italiano trovino un accordo in grado di fermare la decisione di chiudere uno degli stabilimenti più strategici del Friuli.



«Stop all’ingresso della Finlandia nella Nato»: è questo il senso della lettera inviata dal Governatore FVG in cui si chiede di congelare l’iter di adesione di Helsinki all’Alleanza Atlantica in attesa della soluzione industriale, il tutto alla vigilia del tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico convocato dal Ministro Giancarlo Giorgetti. Nelle stesse ore è scattata una petizione su Change.org dal titolo “Stop ingresso Finlandia Nato“, qualora per l’appunto Wartsila persista nella chiusura dell’impianto vicino Trieste. Ad appoggiare l’appello del Presidente Fedriga ci ha pensato il segretario Fin Cisl Roberto Benaglia con una sua lettera al “Piccolo”: «L’Italia risponda alla delocalizzazione a tradimento. In gioco c’è la sovranità industriale nazionale».



WARTSILA, FINCANTIERI: COSA SUCCEDE. OGGI TAVOLO AL MISE

«La nuova organizzazione non avrà impatto sul portafoglio motori di Wärtsilä e la supply chain rimarrà in gran parte immutata, compresi i fornitori italiani. le discussioni tra i rappresentanti dei dipendenti, le autorità e le istituzioni italiane inizieranno in linea con la legislazione italiana»: questo avevano dichiarato negli scorsi giorni i responsabili di Wartsila rimandando al tavolo al MISE con il Governo italiano, poi incappato nella crisi di Governo che lascia comunque in sella i Ministri pur con poteri a “ranghi ridotti” proprio perché dimissionari. Wärtsilä ha affermato che la chiusura dell’impianto comporterà un risparmio annuo di 35 milioni di euro entro il 2025, ma dal Friuli la questione esuberi e il venir meno di un asset strategico a livello industriale ha fatto scattare la reazione della Presidenza della Regione.



«I poteri operativi sono i medesimi, certo, i governi forti possono avere più moral suasion, però i poteri rimangono gli stessi», ha spiegato ieri il Governatore del Fvg Massimiliano Fedriga rispondendo a una domanda a “L’Aria che Tira” (La7) sui poteri del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. «Il ministro ha nei mesi scorsi incontrato ministri finlandesi, e insieme entrambi hanno incontrato amministratori finlandesi che hanno dato garanzie di crescita», attacca ancora Fedriga avendo nel mirino il Governo di Helsinki oltre alla multinazionale stessa. «Non ci si può fidare di una azienda che fino al giorno prima ha assicurato non solo il mantenimento degli impianti ma ha prospettato nuovi investimenti e crescita della produzione», ha proseguito il Governatore leghista. Il problema coinvolge poi anche un’altra multinazionale, questa volta italiana come Fincantieri: come spiega StartMagazine, «il gruppo navale di Trieste ha ammodernato le navi da crociera di lusso di Windstar proprio con i motori eco di Wärtsilä». Secondo l’Ansa, l’ad di Fincantieri Fogliero avrebbe “minacciato” Wartsila nel recente tavolo “bilaterale” del 19 luglio di interrompere «collaborazioni strategiche per l’innovazione di prodotto su motori green con la Wartsila, non ritenendo di poter continuare la partnership con il gruppo finlandese». Secondo ancora Fedriga, la crisi di Warstila è un problema decisamente nazionale: «si entra in un settore strategico per industria italiana, la cantieristica. Siamo primi al mondo nella cantieristica, e devo ringraziare Fincantieri per essere intervenuta in modo deciso, esattamente come la Regione, sulla proprietà di Wartsila». L’accusa del Governatore è durissima, sempre durante l’intervista a La7: «Wartsila negli anni ha preso milioni di euro pubblici per andare avanti con l’attività e farla crescere. E’ troppo comodo fare l’impresa privata quando c’è da fare attività di dismissione e andare a braccetto con il pubblico quando si chiedono soldi. Non solo, siamo di fronte a qualcosa di surreale: Wartsila ha fatto domanda per il Pnrr». La parola passa ora al Ministro Giorgetti che nel tavolo di oggi al MISE cercherà di trovare una prima “quadra” sulla crisi che rischia di coinvolgere un tema alquanto più ampio e complesso come l’iter di adesione alla Nato di un Paese che si sente minacciato dalla vicina Russia di Putin.