Ieri a Radio 24 il Presidente della Conferenza Regioni Massimiliano Fedriga aveva sollevato una presa di distanza dal suo stesso partito – la Lega – in merito al tema delle riaperture fissate dal Governo Draghi, su forte spinta del Centrodestra, dal 26 aprile 2021: «La riapertura delle scuole al cento per cento (in zona gialla e arancione, ndr) è la scelta che mi preoccupa di più. C’e’ una organizzazione importante che va allestita, un limite fisico. Importante è che poi non si dia la responsabilità agli enti locali: ne discutevamo oggi con Anci e Upi, per avere un autobus serve più di un anno; si possono utilizzare bus turistici ma non nelle aree urbane. Mi auguro che il Governo avendo preso questa scelta proponga anche le soluzioni».
Oggi il Governatore del Friuli è andato ospite a “Mezz’ora in più” su Rai 3 e ha specificato quanto spiegato solo 24 ore prima: «C’è un limite fisiologico rappresentato dal numero insufficiente dei mezzi pubblici. Come Conferenza delle Regioni, insieme ad Upi ed Anci, abbiamo chiesto un incontro al governo per rivedere gli orari di entrata ed uscita dalle scuole». Il punto dunque non sono le riaperture tout-court, tema assai promosso dal neo Presidente della Conferenza delle Regioni (dopo la fine mandato di Stefano Bonaccini, ndr), bensì l’intero sistema scuola che da oltre un anno non vede risolti i nodi principali: i trasporti, «come Conferenza delle Regioni, insieme ad Upi ed Anci, abbiamo chiesto un incontro al governo per rivedere gli orari di entrata ed uscita dalle scuole» aggiunge Fedriga da Lucia Annunziata.
RIAPERTURE & SCUOLA, I NODI NON RISOLTI
Diversi però restano i nodi non “risolti” a livello organizzativo e gestionale – che nascono da lontano, in tutta l’emergenza Covid – sulle riaperture che si apprestano a scattare tra due lunedì: «Dopo un anno di sacrifici, la strategia di divieti assoluti funzionerebbe poco, meglio regole stringenti e condivise, La battaglia non si vince con le istituzioni che danno ordini ed i cittadini che eseguono. Dobbiamo riconnettere istituzioni e cittadini, difficile tenere in equilibrio la tutela della salute con la tutela dell’economia e del lavoro», aggiunge il Presidente Fedriga sempre in diretta su Rai3. Se sulla scuola occorreva fare qualche ragionamento in più in merito al sistema trasporti da potenziare, sulle riaperture del Paese il leghista avrebbe fatto anche di più di quanto impostato dal Consiglio dei Ministri: «Penso che si poteva riaprire di più, ad esempio le palestre con le lezioni individuali che non sono fonte di particolare contagio […] Sono convinto che se la strategia di chiusura forte ha funzionato bene a marzo dello scorso anno, oggi non funzionerebbe altrettanto bene».
In merito alle riaperture con il Ministro della Salute Roberto Speranza, al centro delle polemiche politiche di questo ultimo periodo, Fedriga non nasconde la sua lontananza “politica” ma ammette «E’ sempre stato costruttivo, ma questo non vuol dire che abbiamo condiviso tutte le scelte, perché non abbiamo mai ragionato come Regioni di destra o di sinistra per affrontare la pandemia». Lo stesso titolare della Sanità intervenendo a “Mezz’ora in più” poco prima del Governatore del Friuli aveva replicato al tema delle riaperture in particolar modo sulla scuola «abbiamo scelto la scuola perché è l’architrave della nostra società per ripartire e dare un segnale di fiducia ai ragazzi, la scelta del Governo è stata chiara e netta e vogliamo che il più alto numero di ragazzi possa essere in presenza. Si tratta di un rischio ragionato, non folle, ma dobbiamo chiedere aiuto alle persone, soprattutto ora avremo ancora più bisogno di attenzione, mascherine, distanziamento, lavaggio mani».