Massimiliano Fedriga ritira l’ordinanza del Friuli Venezia Giulia emanata giovedì, che era stata concordata con le regioni Emilia-Romagna e Veneto. Lo ha annunciato lo stesso governatore durante una conferenza stampa. «Manderò una lettera alla Conferenza delle Regioni per chiedere una riunione urgente» in merito a quanto accaduto. Il riferimento è al fatto che il Friuli Venezia Giulia sia finito in zona arancione nonostante le ulteriori restrizioni introdotte, a partire dalle misure anti-assembramento. Peraltro, Fedriga lamenta il fatto che la decisione sia arrivata senza alcuna interlocuzione preventiva con la Regione. «Poiché a decidere sono gli algoritmi al posto della politica, ritiro l’ordinanza 41», ha quindi annunciato Fedriga. Il governatore ha lanciato anche un attacco al Governo: «Penso che serva serietà nella leale collaborazione istituzionale». Così Fedriga si unisce al coro di governatori che protestano per la ripartizione delle Regioni in tre zone secondo i 21 parametri epidemiologici analizzati dalla cabina di regia.
FEDRIGA VS GOVERNO “PARAMETRI NON DETERMINANTI”
L’ordinanza del Friuli Venezia Giulia era stata firmata giovedì da Massimiliano Fedriga dopo essere stata condivisa con Veneto ed Emilia-Romagna. Ma il governatore Stefano Bonaccini, presidente peraltro della Conferenza delle Regioni, ha avuto la reazione opposta. Quando ha appreso che la sua regione è finita in zona arancione nonostante le nuove restrizioni, ha deciso di non ritirarla. Il provvedimento è stato confermato, come annunciato dal sottosegretario alla presidenza della Giunta. «Dobbiamo tutti quanti rispettare le regole. Non c’è spazio per polemiche o dispute sui colori nel momento in cui ogni territorio è in situazione critica. Serve il massimo di unità per uscire dall’emergenza», ha dichiarato Davide Baruffi. Non è dello stesso avviso, invece, il governatore leghista, che già ieri aveva contestato la decisione: «Non possiamo sapere questo algoritmo e non possiamo sapere come vengono calcolati questi parametri». Riguardo ai parametri, li aveva definiti «non determinanti nella lotta alla pandemia».