Felice Maniero, ex boss della mala del Brenta, torna sulle cronache ma stavolta per un fatto che non lo vedrebbe sotto la lente in veste di accusato. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, infatti, avrebbe denunciato la ex compagna Marta Bisello, la stessa che tempo fa lo aveva fatto condannare per maltrattamenti, per l’ipotesi di riciclaggio di denaro derivante da associazione di stampo mafioso.
Stando a ciò che Maniero avrebbe esposto ai carabinieri di Brescia, scrive ancora il quotidiano, la donna avrebbe comprato un’auto a 40mila euro, se la sarebbe intestata e avrebbe fatto figurare falsamente che si trattasse di un regalo per l’ex. A seguito delle accuse della donna sfociate in un processo, lui avrebbe scontato una pena di 4 anni di reclusione e nel 2021 è tornato in libertà. L’ex boss avrebbe indicato ai militari che i soldi che l’ex avrebbe usato per l’acquisto della macchina sarebbero parte della presunta somma di 200mila euro nascosta in un immobile e frutto di presunte attività illecite. Lo stesso avrebbe detto agli inquirenti di ricordare il modello del veicolo e che lo stesso sarebbe stato comprato in una concessionaria della città.
Chi è Felice Maniero, “Faccia d’angelo” ex leader della mafia del Brenta
Felice Maniero, soprannominato “Faccia d’angelo”, è stato a capo della mafia veneta, la famigerata “mala del Brenta”, dai primi anni ’80 fino alla metà dei ’90 e la sua carriera criminale sarebbe culminata nell’arresto e nell’avvio di un percorso come colleboratore di giustizia. Sarebbero state le sue rivelazioni agli inquirenti, come ricostruisce SkyTg24, a decretare lo smantellamento dell’organizzazione chiudendo così uno dei capitoli più violenti della storia locale.
Nel 2019 sarebbe stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti ai danni proprio della ex compagna che lui avrebbe recentemente denunciato, finendo in carcere con una condanna a 4 anni e poi tornato libero nel 2021. Classe 1954, avrebbe esordito con e estorsioni e rapine dal tiro sempre più alto, fino ad arrivare a colpi che avrebbero fruttato bottini miliardari. Nel 1994 l’arresto che avrebbe portato alla svolta nella sua storia: grazie alla decisione di collaborare con la giustizia, Maniero avrebbe ottenuto una riduzione di pena portandolo a una condanna a 11 anni. Dopo la sentenza definitiva, ammesso al programma di protezione sotto una nuova identità, sarebbe stato condotto in una località segreta per scontare la pena fino al 2010, anno in cui si sarebbe conclusa la detenzione per i fatti del suo passato di boss. Appena 9 anni più tardi, però, le porte del carcere si sarebbero riaperte proprio dopo la denuncia della ex compagna secondo il Codice rosso.