Vittorio Feltri è intervenuto sulle colonne dell’edizione del quotidiano “Libero” in edicola oggi, mercoledì 11 agosto 2021, per difendere Renato Farina, editorialista della testata sopra menzionata che, ultimamente, è stato consulente del ministro Renato Brunetta. A tal proposito, Feltri sottolinea che “l’incarico che ricopriva garantiva uno stipendio miserrimo: 18mila euro lordi all’anno, cioè pari al Reddito di Cittadinanza che viene elargito a qualsiasi bischero il quale, invece di sgobbare, si gratti il ventre”.
Il problema vero, però, è rappresentato dall’invidia dei colleghi giornalisti di Farina: “Numerosi pennaioli – ha proseguito il fondatore di Libero –, appreso dell’attività supplementare di Farina, forse rosi dall’invidia o da altri sentimenti oscuri, si sono scatenati contro di lui rinfacciandogli di aver collaborato 15 o 16 anni fa con i servizi segreti a riguardo di una vicenda relativa ad Abu Omar, un tizio mai finito in galera nonostante certe sue malefatte”. Nonostante questo, Feltri rileva che Farina non fa parte della “consorteria”, pertanto, “a differenza dei colleghi furbacchioni e leccac*lo delle toghe, è stato perseguito e perfino condannato”.
VITTORIO FELTRI: “FARINA È PIÙ ONESTO DI ME”
Nel prosieguo del suo intervento su “Libero”, Vittorio Feltri ha evidenziato con forza come i redattori di altre testate si siano affrettati a rivangare le vecchie vicende, rincarando la dose di insulti già rivoltagli in precedenza: “Che fastidio vi procura un signore che aiuta per quattro euro Brunetta nel disbrigo di qualche pratica – si domanda il saggista –? Non si capisce perché tanto odio verso un uomo gentile che non dà noia a nessuno, se non a se stesso”.
Infine, un aneddoto personale che riguarda proprio Renato Farina: “Un giorno, durante una riunione di redazione, Farina propose un articolo sul mondo cattolico. E io gli risposi: basta con questi argomenti noiosi, dovresti sapere che Dio non esiste, non c’è, capiscila che è solo una tua ossessione. Lui concluse: Dio c’è, eccome, e tu gli stai sui coglioni. Magari aveva ragione…”.