Il tema dei femminicidi in Italia, com’è giusto che sia dopo un caso di cronaca particolarmente sconvolgente e sentito come quello relativo a Giulia Cecchettin, è stato al centro di numerose e, talvolta, accese discussioni sui nostri media, dalla televisione, ai giornali, passando anche per il gruppo Facebook di paese. Un numero, in particolare, è rimbalzato più o meno ovunque per restituire un disegno di questo terribile ed ingiustificabile fenomeno, ovvero 105 casi totali nel 2023.



Tuttavia, la realtà è diversa e quel numero relativo ai femminicidi è ben più basso, anche se non per questo diventa meno problematico, perché anche un singolo caso è e deve essere un pesantissimo fardello nella coscienza di ognuno, uomo o donna che sia. Rimanendo, però, strettamente nel tema dei numeri (che, è bene ripeterlo, non vuole essere una giustificazione per nessuno, Filippo Turetta incluso), secondo i dati elaborati dal Viminale, riportati anche dal sito FemminicidiItalia.info, nel 2023 il totale dei femminici in Italia è stato in realtà di 39 casi, non 105. Un errore, tuttavia, che è stato commesso da chiunque, ed è emblematico che oggi, stilando l’elenco delle donne uccise in un reato passionale, il quotidiano La Stampa (oltre a non arrivare alle 105 vittime), ha incluso anche donne uccise da altre donne per moventi non passionali, come la prima in elenco, Teresa Spanò, uccisa dalla figlia.



Femminicidi: perché si parla di 105 casi

Insomma, ribadendo per l’ennesima volta che questa non vuole essere una giustificazione o un modo per ridurre il clamore mediatico attorno a questi terribili eventi, il totale dei femminicidi in Italia nel 2023 è stato (ad ora, nella speranza che non si incrementi ulteriormente) di 39 casi. Peraltro in leggera diminuzione rispetto agli anni passati, in cui furono, in ordine dal 2022 al 2018 57, 61, 63, 67 e 73.

Ma a cosa è dovuto quel 105 da giorni accostato ai femminicidi? Innanzitutto, probabilmente, ad una mancanza di definizione comune e condivisa di cosa si possa intendere come femminicidio. Secondo l’Onu, infatti, è “l’uccisione di una donna in quanto donna”, mentre altre definizioni vogliono che sia un “omicidio legato a motivazioni di genere”, ed altre ancora includono nell’equazione anche l’aspetto “passionale” dietro al movente. Inoltre, come spiega bene il Prefetto di Padova Francesco Messina, nel 105 accostato ai femminicidi si celano tutti “gli omicidi di donne” compiuti in Italia. “L’emersione”, spiega il Prefetto, “è importante ma ci vuole competenza a trattare il fenomeno” perché altrimenti “si rischia di essere discriminatori nei confronti degli omicidi di uomini”.