Quando si parla di femminicidio in Italia, una parte dei cittadini ritiene che la tematica sia “enfatizzata”. È quanto emerge da un recente sondaggio sulla percezione dell’emergenza femminicidi nel nostro Paese, condotto da Euromedia Research, su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne, a fronte dei dati fotografati settimanalmente dal Viminale sui delitti e le violenze di genere.
Secondo quanto si legge nel report del Ministero dell’Interno nel monitoraggio relativo ai primi 6 mesi dell’anno, dal 1° gennaio al 14 luglio 2024 sono state uccise 55 donne – su un totale di 157 omicidi registrati – di cui 49 assassinate in ambito familiare/affettivo. Di questi femminicidi consumati dall’inizio dell’anno in corso, 28 sono stati commessi da partner o ex partner della vittima. “Analizzando gli omicidi del periodo rispetto a quello analogo dello scorso anno (2023, ndr) – si legge nel report –, il numero degli eventi è in diminuzione, da 183 a 157 (-14%), come pure è in calo il numero delle vittime di genere femminile, che da 64 scendono a 55 (-14%)“.
Femminicidio Italia 2024: per un giovane su tre, “tematica enfatizzata”
Secondo quanto ricostruito da Euromedia Research nel sondaggio condotto a luglio sulla percezione del femminicidio in Italia, il 18,9% degli italiani sostiene che l’incremento del fenomeno sia dovuto semplicemente all’aumento delle denunce da parte delle donne, mentre prima simili fatti “venivano nascosti”. Il 18,7% dell’opinione pubblica crede che in realtà si tratti di casi che “ci sono sempre stati” ma che oggi i mass media contribuiscano a dare più risalto al problema.
Per il 17,6% degli intervistati, “gli uomini sfogano infelicità e repressione sulle proprie donne” e per il 10% l’aumento dei femminicidi è dovuto al maggior senso di inferiorità maschile perché “gli uomini non riescono più a sottomettere” la donna. Dal sondaggio emerge inoltre che per il 70,5% della popolazione il femminicidio in Italia rappresenta una vera e propria emergenza. Dall’altra parte c’è un 21,1% di soggetti intervistati che parla di “tematica enfatizzata”. In questo ultimo gruppo del campione si inserisce la visione di un giovane su tre (maggiorenni di età compresa tra 18 e 24 anni).
Il femminicidio oggi, un problema di…
Per il 32,7% dei cittadini italiani, il femminicidio oggi è un problema che deriva dal degrado sociale e valoriale. Il 30,6% lo ascrive al tessuto culturale e familiare in cui si vive e nel 20,9% degli intervistati c’è la netta percezione di un deficit del sistema giudiziario in materia di violenza di genere: l’assenza di una certezza della pena per chi commette questi reati fa da “scudo” e aumenta la capacità criminale di chi li commette.
Con uno sguardo d’insieme al tema femminicidio, quasi la metà della popolazione ritiene che vi sia anzitutto una responsabilità individuale in capo a chi commette il crimine. Il 44,5% dei cittadini ritiene che alla base dei femminicidi vi sia una cultura maschilista e patriarcale e per il 39,1% degli intervistati, invece, la genesi del fenomeno è nella progressiva incapacità delle famiglie di educare i propri figli. Oltre il 30% della popolazione crede che dietro l’emergenza femminicidi si celi un catalizzatore da individuare nei cattivi messaggi e modelli promossi da social e mass media, senza escludere “certa musica e certo cinema”.