Il 7 aprile 2017 a Pietra Ligure, in provincia di Savona, il femminicidio di Janira D’Amato, 20 anni. La giovane è stata uccisa con 49 coltellate dall’ex fidanzato Alessio Alamia, colpita a morte durante un ultimo incontro “chiarificatore” dopo la fine della loro relazione. Un delitto efferato per il quale l’uomo, reo confesso, è stato condannato in via definitiva all’ergastolo con sentenza di Cassazione emessa nel 2021.



Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Janira D’Amato avrebbe voluto lavorare sulle navi da crociera e il suo desiderio di un futuro lontano da quella storia avrebbe innescato la furia omicida di Alamia. Si sarebbe costituito dopo aver abbandonato il corpo della ragazza nella casa di sua nonna dove l’aveva attirata con il pretesto di un chiarimento. La terribile vicenda del femminicidio di Janira D’Amato è al centro di una puntata di Amore Criminale, in onda sabato 31 agosto su Rai Premium in prima serata.



Femminicidio Janira D’Amato: la ricostruzione del delitto di Pietra Ligure

Janira D’Amato aveva 20 anni quando, il 7 aprile 2017, l’ex fidanzato Alessio Alamia l’ha assassinata con decine di coltellate nell’abitazione della nonna di lui, dove l’aveva attirata per chiederle un chiarimento sulla sua volontà di chiudere la relazione e imbarcarsi sulle navi da crociera per lavorare.

Janira non ha provato a fuggire – il racconto dell’assassino reo confesso in aula, durante il processo per il femminicidio – perché io ero sopra di lei“. 49, secondo la ricostruzione medico legale, le ferite da taglio repertate sul corpo di Janira D’Amato. Alamia ha raccontato di non sapere quante volte ha colpito l’ex fidanzata: “So che potevo vedere, sentire, ma non controllare il mio corpo. Come se non stessi facendo il reato, però l’ho fatto. Il primo colpo era al collo, poi mi son svegliato nel lago di sangue, la chiamavo e non rispondeva“. I fendenti, ha rilevato l’autopsia, erano concentrati sul volto, sul collo e sulla parte posteriore.



Femminicidio Janira D’Amato, il processo e la condanna a carico di Alessio Alamia

Sono pronto a pagare“. Così ha risposto Alessio Alamia, davanti alle domande del pubblico ministero a processo in Corte d’Assise a Genova dove, nel 2019, a suo carico è stata emessa una condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Janira D’Amato.

La sentenza sarebbe stata poi confermata in appello e, nel 2021, in Cassazione diventando definitiva. “Ero geloso del fatto che volesse lavorare sulle navi da crociera, perché si allontanava e io non volevo, mi sentivo abbandonato“. In aula, il racconto di un’amica di Janira D’Amato ha restituito l’istantanea dell’ossessione di Alamia per la vittima: “Si era inciso sul petto il nome di lei con un cutter“.