Monsignor Baldo Reina, vicedirigente della Diocesi di Roma, interviene ai microfoni di Vatican News sul tema del femminicidio a seguito dell’uccisione di Rossella Nappini dopo aver incontrato la madre dell’infermiera uccisa pochi giorni fa nella Capitale. Secondo monsignor Reina, denunciare con fermezza la gravità di questi fatti non basta: “C’è un grido di dolore che chiede attenzione e interventi“.



La violenza in aumento impone una serie di riflessioni sulla necessità di un intervento che conduca a un cambiamento strutturale, ha sottolineato il prelato, con un punto di partenza: “Non possiamo fare l’abitudine alla barbarie. La vita è sacra”. L’impegno della Chiesa, ha aggiunto Reina, è orientato a sostenere i giovani in un percorso di presa di coscienza e crescita contro ogni forma di discriminazione e sopruso. Il prelato ha ricordato l’omicidio della giovanissima Michelle Causo a Primavalle e l’aggressione ai danni di don Coluccia, a Tor Bella Monaca, invitando tutti a non abbassare la guardia: “Bisogna saper coniugare il contenuto della fede con le sfide che abbiamo davanti. Dobbiamo stare davanti a Dio nella preghiera con gli occhi aperti sulla realtà“.



Femminicidio e violenze, il messaggio di monsignor Reina

Monsignor Reina ha sottolineato quanto ribadito da Papa Francesco nelle sue parole rivolte ai fedeli: “Dobbiamo metterci in ascolto di questa umanità. Dobbiamo ascolta il grido di dolore della mamma di Rossella o dei compagni di scuola di Michelle, è una forma di Vangelo non scritto, non cofidicato, ma ugualmente prezioso: attraverso quel grido mi parla Dio, mi dice ‘ma tu dove sei, mentre io sono qui a soffrire?”.

Monsignor Reina si è poi soffermato sul recente incontro con la madre di Rossella Nappini, la 52enne assassinata a Roma pochi giorni fa: “Di fronte alla mamma che ieri sera mi ripeteva ‘Me l’hanno uccisa’, io non posso girarmi dall’altra parte. Attraverso quella mamma mi parlava Dio e io devo ascoltare quel grido. Devo ascoltare anche il grido dei ragazzi che fanno uso di sostanze, devo saper rispondere non in modo giudicante, ma devo capire cosa c’è dietro quel disagio e qual è la forma di prossimità che posso assicurare a chi soffre“. Questa, secondo monsignor Reina, la sfida che la Chiesa e la comunità devono affrontare senza tirarsi indietro o voltarsi dall’altra parte: “Per me è facile parlare da questa scrivania, ma se fossi in mezzo a loro l’annuncio sarebbe più efficace. Ed è questo ciò che deve fare la Chiesa seguendo una delle espressioni più alte del cristianesimo, come il Vangelo di Giovanni che dice: ‘il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi’”.