I migranti vivono da separati e ostili perché non vogliono integrarsi. Lo sostiene Ferdinando Camon, che nel suo ultimo libro, Son tornate le volpi, indugia sulle difficoltà dell’integrazione e dei modelli multietnici perseguiti in Europa. Lo scrittore è scettico. «Le migrazioni che sono in atto in Italia e in Francia hanno un carattere più economico che culturale. Coloro che arrivano non vogliono integrarsi, vogliono mangiare, alimentarsi, avere cibo. Quindi, le integrazioni, in sostanza, non esistono», dichiara nell’intervista rilasciata a La Verità. Si sofferma anche sulla Francia e le rivolte delle ultime settimane, visto che è stata quasi la sua seconda patria. «È una rivolta che stupisce il mondo, indizio chiaro di una non integrazione».
Il problema per Camon è che «la Francia chiama l’Algeria e la Tunisia “Territori d’oltremare” come fossero parte della nazione al di là del mare. In realtà non è così, algerini e tunisini non si sentono e non vogliono diventare francesi». Ritengono di essere una società a parte, con proprie religioni, lingue e scuole. «Dentro la società francese vogliono restare una società separata e ostile», spiega Camon. La verità di cui prendere atto è che anche i cittadini francesi «sentono queste persone come estranee». Le rivolte in Francia hanno carattere peculiare, secondo lo scrittore, perché gli «immigrati vivono per conto loro». Altrove non c’è la stessa situazione. «Questo dà all’insurrezione francese un carattere nazionale, difficilmente comprensibile altrove».
“QUANDO TORNANO IN PATRIA, ACCRESCONO AVVERSIONE VERSO DI NOI”
Il fatto che alle rivolte in Francia partecipino soprattutto ragazzi, Ferdinando Camon precisa a La Verità che ciò «indica la perpetuità di questa separatezza. Questi ragazzini quando saranno uomini saranno ancora separati e ostili». La situazione in Italia è diversa. «Non abbiamo un problema analogo, gestito in modo analogo. Le banlieue erano posti dimenticati dallo Stato, dove entravano e vivevano i magrebini». Lo scontro, dunque, in Francia nasce dal fatto che gli immigrati «vorrebbero che una porzione geografica del territorio fosse riservata a loro», ma questa non è integrazione, e comunque la Francia non lo vuole. «Vogliono avere quello che hanno i francesi senza diventarlo».
Inoltre, per Camon il presidente Macron sbaglia nell’accusare i social network: «È un modo per dire che la protesta nasce dai social. Invece per me nasce dalla realtà». Più che l’appartenenza all’Islam, la causa scatenante è per Camon il «malessere economico di questi sobborghi, la cui separatezza favorisce l’ostilità e la conflittualità». Peraltro, fa notare che «il periodo in cui avvengono gli scontri è al ritorno dalle vacanze perché il soggiorno nei Paesi d’origine aumenta la sensazione di diversità dal Paese ospitante».
“IMMIGRATI CLANDESTINI NON SANNO FARE NIENTE”
Ferdinando Camon a La Verità spiega anche il motivo per il quale l’Italia può ritenersi al riparo dalla possibilità che avvenga quanto accaduto in Francia. «Il fatto che non abbiamo avuto un impero coloniale e quindi non abbiamo avuto lo stesso problema con Stati vasti numerosi e potenti che chiedono di proseguire questo rapporto. Con la Libia e la Somalia sono stati firmati dei trattati per i quali l’Italia manda insegnanti e docenti, per altro ben pagati, che seguono le norme ministeriali della Libia e della Somalia».
Infine, lo scrittore spiega perché nessuno in Europa vuole gli immigrati clandestini: «Non sanno fare niente. Ne ho parlato con un amico marocchino: se dai loro un martello e un chiodo ti chiedono che cosa sono. Se arrivassero sapendo fare i falegnami o i fabbri, mestieri che gli europei non fanno più, il problema sarebbe risolto. Ma non li sanno fare. C’è una fetta di umanità che sta male, il resto dell’umanità che sta meglio deve farsene carico. Usando la politica».