Botta e risposta choc dopo la morte di Diego Armando Maradona tra Antonio Cabrini e Corrado Ferlaino. L’ex calciatore della Juventus, commentando la scomparsa del fenomeno argentino, aveva detto: “Sarebbe ancora qui con noi se fosse venuto alla Juve perché l’ambiente lo avrebbe salvato, non la società ma proprio l’ambiente. L’amore di Napoli è stato tanto forte e autentico quanto, ribadisco, malato“. La risposta dell’ex presidente del Napoli all’epoca dei due scudetti vinti con Maradona in campo non si è fatta attendere. Intervistato da Rai News, Ferlaino ha infatti replicato: “E quel giocatore della Juve che si è suicidato? A Napoli non sarebbe mai successo“. Il riferimento di Ferlaino è al tentato suicidio di Gianluca Pessotto, ex difensore bianconero che, il 27 giugno 2006, si lanciò nel vuoto dall’edificio della sede della Vecchia Signora a Torino con in mano un rosario. Pessotto, dopo diverse settimane in ospedale, venne salvato e adesso ricopre il ruolo di direttore sportivo della formazione Primavera della Juventus.
CORRADO FERLAINO CONTRO CABRINI: “PESSOTTO A NAPOLI NON SI SAREBBE SUICIDATO”
Corrado Ferlaino ha così argomentato la sua tesi rispetto al tentato suicidio da parte di Gianluca Pessotto: “A Napoli un fatto simile non sarebbe mai successo perché Napoli è una città bella, piena di vita. Cabrini è un giocatore juventino, lasciamogli dire queste sciocchezze. Certamente Maradona non sarebbe mai andato alla Juventus. Se n’è scappato dal Barcellona, figuriamoci se sarebbe andato alla Juventus… Maradona era amico del popolo napoletano perché legava benissimo con questo. Cabrini dice sciocchezze, ognuno può dire quello che vuole, anche le sciocchezze“. Cabrini dal canto suo aveva ammesso di essersi reso protagonista di un’uscita infelice sul conto di Maradona: “Travisate le mie parole: il mio non era un giudizio morale ma sull’energia di una città che non poteva contenere questa passione. Ho pensato che l’ambiente ovattato nel quale ho vissuto alla Juve l’avrebbe forse protetto. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso“.