L’INTERVISTA AL NUOVO PREFETTO DEL DICASTERO DELLA FEDE, IL CARDINALE DESIGNATO FERNANDEZ

«La misericordia di Dio non deve essere negata da ragionamenti teologici»: è solo una delle tante frasi del nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, mons. Victor Manuel Fernández, che si possono trarre dalla lunga intervista rilasciata alla “Civiltà Cattolica”. Durante la chiacchierata con padre Antonio Spadaro (appena nominato da Papa Francesco sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, con promosso alla guida della rivista dei gesuiti per padre Nuno da Silva Gonçalves), il successore di Ladaria Ferrer all’ex Sant’Uffizio rappresenta molto più da vicino l’idea di Magistero di Papa Bergoglio, improntato alla carità e alla misericordia con “svolta progressista” in merito ai temi teologici e morali.



«La Chiesa rifiuta il fideismo, difende il valore della ragione e la necessità del dialogo tra la fede e la ragione, che non sono in contraddizione. Ma attenzione, perché talvolta si colloca al centro della Chiesa “una” certa ragione, una serie di princìpi che reggono tutto, anche se si tratta in definitiva di una forma mentis, più filosofica che teologica, alla quale tutto il resto deve sottomettersi, e che alla fine prende il posto della Rivelazione»: così rileva mons. Fernandez, cardinale designato da Papa Francesco nel prossimo Concistoro convocato il 30 settembre 2023. Secondo il futuro prelato, coloro che si ritengono «i depositari della corretta interpretazione della Rivelazione e della verità», si arrogano il diritto di spiegare cosa il Papa può o non può dire e questa “forma mentis” è una «fonte di potere che si vuole salvaguardare contro tutto. Non è la ragione, è il potere». In questa risposta data sul rapporto tra ragione e fede si rileva la completa posizione in “alternativa” che mons. Fernandez dà rispetto alla parte più “tradizionalista” all’interno della curia della Chiesa Cattolica, il che gli ha riservato non poche critiche dopo la nomina voluta fortemente da Papa Francesco.



“LA CARITÀ PRIMATO NELLA TEOLOGIA”: PARLA IL CARDINALE ARGENTINO SCELTO DA PAPA FRANCESCO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Secondo il prossimo cardinale Fernandez, la teologia morale all’interno della Chiesa «non può ignorare come affrontano la vita le persone più povere, limitate, escluse dai benefici della società, che devono sostenere ogni giorno la lotta per sopravvivere alla bell’e meglio». Mons. Victor Manuel Fernández predica assieme al Pontefice argentino (come lui, ndr) la via del “discernimento”, come mutuato dall’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” del 2016, aprendo – solo in alcuni casi – alla comunione anche ai divorziati, «Se si arriva a riconoscere che, in un caso concreto, ci sono limiti che attenuano la responsabilità e la colpabilità, specie quando una persona consideri che cadrebbe in una mancanza ulteriore danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità di accedere ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia».



La preoccupazione che spinge il nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede è quella d un “rinnovamento” sostanziale della morale cattolica: «Mi spinge la preoccupazione di rimarcare il primato della carità nella teologia morale. Ciò si pone in relazione con la carità non solo intesa come forma o motivazione del discernimento morale, ma anche come suo contenuto proprio, con reale incidenza quando vanno prese decisioni a livello personale o pastorale». Detta in maniera ancora più netta, il prefetto intervistato dalla “Civiltà Cattolica” rileva che la morale non può essere «ridotta al compimento dei comandamenti»; come suggerito da Papa Francesco, spiega Fernandez, «ci ha chiesto di “mettere in dialogo il sapere teologico con la vita del santo Popolo di Dio”. Nel presentarmi, insieme ai miei titoli accademici, Francesco ha ricordato che sono stato parroco di Santa Teresita. È già evidente che al Papa importa in maniera particolare che il sapere teologico non si pieghi soltanto dall’alto a “illuminare” il popolo di Dio, ma che se ne lasci stimolare, che si lasci ferire e disarmare da esso». Davanti alle diverse riforme messe in campo dalla Chiesa di Francesco, il Prefetto sottolinea come non basti lo “sforzo della volontà umana”, ma è in gioco un forte dinamismo «provocato dallo Spirito Santo» sulle persone e in tutta la Chiesa. Mons. Fernandez. Davanti alle critiche di tanti cattolici circa il rischio di “relativizzare” la morale di Gesù, Fernandez replica sottolineando come il Papa avrà sempre il potere di confutare coloro che dovessero mettere in dubbio elementi come l’umanità del Cristo o i dogmi sulla Madonna, «Un criterio fondamentale da preservare è che qualsiasi concezione teologica che in ultimo termine metta in dubbio l’onnipotenza di Dio e, in specie, la sua misericordia deve considerarsi inadeguata».