Non bastava Soumahoro piangente a favore di telecamere, con il suo diritto all’eleganza che si è tramutato in arresti per alcuni suoi familiari accusati di delitti vari ai danni degli immigrati. Ora arriva anche la Ferragni con i suoi errori di comunicazione. Un altro bel totem progressista si rivela per quello che è, ossia una colossale presa in giro. Non bastava l’affare del pandoro farlocco ai danni dell’Ospedale Santa Margherita. Ora spuntano anche le uova di pasqua taroccate per altri bimbi malati. Lo schema appare consolidato, la beneficenza fa bene a chi la fa. L’azienda ci mette la donazione, La Ferragni si prende i guadagni. I malati ci mettono le sofferenze. I follower ci mettono il borsellino. Fedez, il nulla condito col niente, consorte dell’influencer, cerca di metterci una pezza che si rivela peggiore del buco. Rimedia infatti pubbliche bacchettate prima dalla Regione Lombardia, e poi dal ministero della Cultura.
In realtà, in questo mondo al contrario che è l’Italia, più che le invettive di Vannacci mi viene in mente il pensiero immortale di Prezzolini, che cento anni fa, ma poteva essere ieri, dileggiava il modo di essere italico. Senza che da nessuna parte si levasse un minimo di reazione, quasi che nei suoi discorsi non ci fosse da indignarsi; bensì ci fosse da imparare a comportarsi.
In particolare mi pare illuminante l’aforisma: “Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle”. Perché alla fine non dovrebbe colpirci tanto la faccia di bronzo di questa novella Vanna Marchi che viene a dirci con un maglioncino grigio e un trucco contrito che si è trattato solo di un errore di comunicazione. Lei che con la comunicazione ha fatto i soldi. Viene, annuncia un ricorso al TAR perché ritiene la sanzione inflittale eccessiva; chiede scusa ed annuncia una donazione da un milione di euro. Troppo facile, ora che ti hanno messo in prima pagina. Se non fosse successo, anche stavolta avresti più o meno un altro paio di milioncini in tasca, uno per la sanzione, uno per la donazione.
Qui non siamo di fronte ad un errore di comunicazione. Qui siamo di fronte ad una comunicazione che trae in errore. Quello che ci dovrebbe far rizzare i capelli, in realtà, è che una parte politica – quella che fa capo a Elly Shlein con il suo massimalismo tutto princìpi e proclami che fa dell’armocromia il suo cavallo di battaglia. Tutta quell’opposizione che fa della superiorità morale una bandiera per ogni occasione, ha pensato che la Ferragni ed il suo consorte potessero essere veicoli privilegiati della sua propaganda mainstream per aver fatto qualche esternazione contro il governo attuale ed a favore della parità di genere. Quelli che a primavera annunciavano la loro svolta green rinunciando ai voli privati in favore di viaggi aerei di linea in primissima classe.
In realtà da opportunisti quali sono; capaci di vendersi qualsiasi cosa per denaro, questi due hanno solo cercato di guadagnare credito presso i mezzi di informazione. Presso quei media, politicamente corretti, che li avrebbero sostenuti nel commercio della loro immagine. Diceva Che Guevara che quando un ricco e un povero votano lo stesso partito uno dei due sbaglia. E non è il ricco. Questo semplice principio è quello che sfugge ai milioni di seguaci dei ferragnez ed anche a parecchi sostenitori dei progressisti nostrani.
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