Da Giorgia Meloni a Daniele Capezzone, ma nominalmente a tutti i “salvinisti” da un lato; Giuliano Ferrara e Il Foglio (oggi diretto da Claudio Cerasa) dall’altro: un piccolo caso “giornalistico” si aggiunge alla già lunga lista di “polemiche” evidenziate in questi giorni di fortissima tensione per la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega, accoltellato a Roma durante il suo servizio mentre intercettava due giovani studenti americani in cerca di droga. Immediatamente il caso è stato “buttato” in politica con i quotidiani principali che si sono divisi tra pro/contro Salvini e la durissima condanna contro quei giovani americani in un primo momento emerso dalle indagini come “nordafricani” (per via di un depistaggio dell’”uomo del borsello” e per le poco comprensibili parole del compagno di Cerciello, ferito anch’esso ma per fortuna oggi salvo, ndr). Ebbene, sul quotidiano fondato da Ferrara compare un articolo di commento in cui in sostanza vengono attaccati alcuni “sovranisti d’Italia” per aver attaccato subito dopo il fattaccio di Roma due presunti immigrati quando invece i colpevoli erano ben altri (ma si è scoperto dopo, ndr). «Capezzone e Meloni, due nazionalisti e sovranisti senza storia e senza Patria. Le loro dichiarazioni dopo l’omicidio del carabiniere saranno già materia da talk-show», recita il sottotitolo del pezzo apparso su il Foglio dal titolo “I truci più truci dovrebbero dire: mi vergogno”. Ma il caso politico? Semplice, nasce ancora una volta dai social con il tweet apparso sul canale del Foglio che recita «i truci più truci dovrebbero dire: mi vergogno. Capezzoli e Meloni, due nazionalisti e sovranisti senza storia e senza patria. Ma il loro “morte agli ebrei!” dopo l’omicidio del carabiniere sarà inghiottito da un talk-show».
GIORGIA MELONI E DANIELE CAPEZZONE DENUNCIANO “IL FOGLIO”
Come comprensibile tanto la leader di Fratelli d’Italia quanto il giornalista de La Verità (ex parlamentare dei Radicali prima e di Forza Italia poi) se la prendono con il Foglio e contro Giuliano Ferrara e arrivano a presentare ufficiale querela per diffamazione. Oltre al tweet (poi corretto in un secondo momento quando ormai però la “gaffe” era servita, ndr), dentro all’articolo l’Elefantino scrive quanto segue: «Capezzone e Meloni dovrebbero dire: mi vergogno profondamente di questo “morte agli ebrei!” in stile Sa (Sturm Abteilungen, Berlino 1933), non mi comporterò mai più così e cercherò di capire come sia potuto avvenire un tale accecamento, per renderne conto al pubblico. Non credo lo faranno, e poi già si parla d’altro. Fossero stati nordafricani i balordi assassini, entrati senza permesso legale, invece che turisti americani legali e bene alloggiati, le cose non cambierebbero di una virgola. Cavalcare la caccia al nero, perché è nero e non perché è un delinquente, ha qualcosa che non c’entra, se non artificiosamente e ideologicamente, con il modo in cui siamo fatti». Durissimo Capezzone nell’annunciare ufficiale denuncia: «Ho già preannunciato azioni legali, ho condiviso su twitter l’articolo di insulti alla mia persona e fin da subito le manifestazioni di solidarietà sono state tantissime. Non intendo imbrattarmi con questo fango, si è davvero passato il segno e sono mortificato perché sono stato tra le personalità pubbliche più vicine in questi anni alla comunità ebraica». Poco fa anche Giorgia Meloni interviene sui social, postando il tweet incriminato, e commentando subito dopo «Gli aspiranti premi Pulitzer de “Il Foglio” pubblicano un post nel quale mi attribuiscono un falso e vergognoso virgolettato: “morte agli ebrei”. Poi probabilmente uno intelligente sarà capitato in redazione, magari a trovare un amico, e deve aver spiegato loro che se si inventano dei virgolettati falsi e diffamanti si beccano una querela e allora si sono affrettati a cambiare il post (ma l’articolo è un letamaio di diffamazioni lo stesso scritto da un Giuliano Ferrara ormai tristemente menestrello del mainstream). Non cambia, la querela se la beccano lo stesso, perché ci sono dei limiti che non si possono superare».