La Ferrari è in grave difficoltà in Formula 1, ma la colpa non sarebbe tutta di Maranello: ci sarebbe infatti una spy story all’origine dei mali che affliggono questa Ferrari, secondo quanto scrive Giorgio Terruzzi in un reportage per il Corriere della Sera. Torniamo indietro all’anno scorso: anche nel 2019 la Ferrari non era la macchina migliore del lotto, ma aveva un grande pregio, cioè la potenza del motore in rettilineo, che aveva permesso a Maranello di conquistare molte pole position e alcune vittorie, in particolare quella di Charles Leclerc al Gran Premio d’Italia, ottenuta sfruttando un motore potentissimo sulle rette di Monza. Troppo potente secondo la concorrenza, anche se cercare cavalli in più “in quelle zone indecifrabili che compongono ogni power unit” (come scrive Terruzzi) è prassi comune a tutti. Nell’autunno scorso dunque avrebbe avuto luogo una chirurgica operazione di spionaggio industriale ai danni della Ferrari, innescata da un team antagonista con la complicità di qualcuno che del Cavallino Rampante conosce i risvolti più segreti. Non è complottismo frutto della delusione di questo inizio 2020: ad ammetterlo infatti è stato un tecnico della Federazione Internazionale (Fia), che pretende anonimato mentre racconta come l’indagine federale sulla power unit Ferrari prese il via proprio su istigazione di un team rivale, con qualche contraddizione poiché la modalità per ottenere quelle informazioni risultava illecita.
SPY STORY AI DANNI DELLA FERRARI CAUSA DELLA CRISI?
Questo clamoroso retroscena autorizza a parlare di una spy story ai danni della Ferrari, richiamando la celebre vicenda del 2007, per la quale venne punita la McLaren, allora principale rivale di Maranello. La Fia sa che tutti i motoristi operano oltre il limite e infatti pure nel caso Ferrari non si è arrivati a scoprire una irregolarità, scatenando le proteste altrui per il fatto che l’accordo Fia-Ferrari fosse rimasto segreto. In realtà, le avversarie hanno ampiamente ottenuto quello che volevano: le informazioni giunte ai tecnici federali sono servite per imporre alla Ferrari un compromesso con conseguente azzeramento di una serie di sviluppi, come abbiamo visto fin troppo bene nelle prime tre gare del 2020, caratterizzati dalla lentezza delle Ferrari. Il problema è che gli sviluppi sono stati considerati irregolari in base a una indagine nata dalle informazioni “rubate”. Il passo indietro di decine di cavalli, spiega Terruzzi, ha reso inadeguato il progetto di una macchina pensata per un motore più potente. Cosa che ha obbligato i tecnici Ferrari a una riprogettazione infelice, abbinata ad un motore “pulito”, secondo molti addetti ai lavori l’unico fra tutti quelli in gara, perché per la Fia è impossibile verificare in profondità ciò che accade nelle officine, salvo soffiate più o meno lecite da parte degli avversari.
IL CASO RACING POINT E I PROBLEMI DELLA FORMULA 1
Servono le prove per determinare una infrazione ma, prosegue Terruzzi, nella Formula 1 di oggi queste prove possono emergere solo se qualcuno spia o confessa. Basti pensare a quanto sta succedendo sul caso Racing Point, accusata di essere una copia della Mercedes, con la complicità di Stoccarda che alla scuderia ex Force India fornisce i motori. Impossibile pensare che sia stato possibile copiare la Mercedes 2019 usando solo le foto come vorrebbe la difesa ufficiale, dal momento che si tratta di dettagli a volte infinitesimali e non sempre allo scoperto. Eppure, siamo ancora ai semplici sospetti, proprio perché è difficile avere prove certe di un trasferimento dati dalla Mercedes alla Racing Point. La Fia ha ammesso una certa superficialità nelle analisi, consapevole del terremoto che potrebbe generare un’accusa del genere che coinvolga la scuderia campione del mondo. Se però non si arrivasse a una sanzione e la Racing Point (e con essa la Mercedes) venisse dunque assolta, sarebbe di fatto un’autorizzazione ai team satellite per copiare: ad esempio, la Mercedes potrebbe farlo anche con Williams e McLaren (che tornerà ai motori di Stoccarda), mettendo a rischio la credibilità della Formula 1. La Ferrari lavora alla riorganizzazione interna e ad un lungo percorso tecnico, ma la vera battaglia probabilmente si svolge in Federazione, con la Fia chiamata a fare giustizia in modo attento e indipendente: sarà possibile?