Giovedì scorso, all’assemblea degli azionisti di Exor, John Elkann ha parlato anche di futuro della mobilità e di Ferrari: nel 2025 il cavallino avrà la sua supercar interamente elettrica. Il nipote dell’Avvocato Agnelli ha indicato l’importante obiettivo di triplicare il volume delle immatricolazioni di auto elettriche nel 2021, fino al 14% delle vendite totali. Sebbene il 2020 sia l’annus horribilis dell’automobile (-24,3% di immatricolazioni Ue, -27,9% Italia), si registra una crescita significativa proprio dell’auto elettrica (+107% Ue, +251,5% Italia – dati Acea) sempre più affermata a livello di mercato.
Sulla stessa scia Carlos Tavares: ieri, all’assemblea di Stellantis, il manager portoghese ha presentato piani anche più ambiziosi. La strategia non è solo di portare al 38% la quota delle vendite in Europa di vetture a zero emissioni nel 2025, quota destinata tra l’altro a salire fino al 70% nel 2030, ma anche di proporre sul mercato Ue e quello Usa, tra quattro anni, quasi esclusivamente motori elettrici o ibridi plug-in (il 98% dell’offerta nel primo, il 96% nel secondo).
La trasformazione della mobilità è il più rilevante obiettivo che il Green Deal europeo si è dato perché, anche dal punto di vista economico, le implicazioni di business sono rilevantissime. Non mancano tuttavia delle criticità: il motore elettrico è circa la metà più piccolo di quello a combustione e ciò significa meno componenti e meno mano d’opera. Mobilità elettrica, però, significa anche infrastrutture e batterie. Da questo punto di vista, l’installazione delle colonnine per l’alimentazione e lo sviluppo dell’industria delle batterie sono occasione di riconversione e di ricollocazione dei flussi occupazionali in uscita dal settore dell’automotive.
Secondo Acea, al momento ci sono circa 185mila colonnine in tutta Europa. Il Green Deal ne prevede 3 milioni installate entro il 2030. In Italia, l’ultimo aggiornamento del Piano Nazionale Energia e Clima (2020) ha stimato che, entro 10 anni, la rete di ricarica passerà da 8mila a 45mila stazioni e il parco circolante raggiungerà un ventaglio compreso tra i 4 e i 6 milioni di auto elettriche.
Per quanto riguarda la produzione di batterie, è questo un mercato dominato dalla Cina. Australia e Usa fanno la loro parte ma sono molto indietro. L’Europa si sta organizzando ora, come del resto per la produzione di vaccini.
Il Green Deal ha questa finalità, di rilanciare le produzioni europee, di fare dell’Europa l’epicentro della produzione mondiale dell’auto elettrica, di andare spediti verso la carbon neutrality e l’energia pulita, nonché contribuire alla lotta al cambiamento climatico, rendendo la nostra vita e le nostre produzioni sempre meno dipendenti dai combustibili fossili e, più in generale, dalle materie prime.
La mobilità è completamente stravolta non solo da car sharing e car pooling, ma anche dal fatto che ci si muoverà di meno, o almeno con destinazioni diverse. A ogni modo, l’auto elettrica sarà uno dei simboli del ciclo alle porte. Il gruppo Stellantis è nato sotto questi auspici ed è occasione per l’Italia di essere presente nel grande mercato. Il Paese è chiamato, nel suo insieme, a uno sforzo importante: non possiamo fallire, anche l’Italia deve avere il suo Green Deal.
Twitter: @sabella_thinkin
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