Claudio Amendola, ospite a Verissimo, ha parlato del padre Ferruccio Amendola. “Io a 18 anni ho cominciato la mia carriera da attore. Papà è stato un grande maestro, sempre pronto a darmi insegnamenti ma anche ad emozionarsi vedendomi muovere i primi passi sul set. I primi giorni mi ha fatto comprendere subito il rispetto degli altri. Il mio ruolo è da fortunati, ma c’è dietro molta gente che lavora per te. È per questo che mi sono sempre comportato bene”, ha ammesso.



L’attore e doppiatore è morto nel 2001, ma non è mai stato dimenticato. “A volte faccio zapping e sento la sua voce, passo quei minuti con lui. Se mi manca tanto, metto un film e ce l’ho accanto. Mi capita di farlo abbastanza spesso, quando ne ho bisogno. L’altra volta stavo girando un film al cimitero di Verano e siamo passati di fronte alla cappella di famiglia, sono sceso al volo e gli ho dato un bacio. Mi si apre un sorriso quando penso a lui”. E ammette: “Ho lavorato con lui per i primi 10 anni della mia carriera. Quando sono arrivate le prime soddisfazioni e avevo tanti impegni, non avevo più il tempo materiale di fare gli sceneggiati con lui. L’unico rimpianto che ho è di non essere riuscito a fare un ultimo lavoro con lui. L’idea faceva ridere, sarebbe stato bello. Lo faremo in un’altra vita”. (agg. di Chiara Ferrara)



Ferruccio Amendola, il re dei doppiatori italiani

Ferruccio Amendola è stato uno dei più grandi doppiatori italiani nonché il padre di Claudio Amendola. Con la sua voce ha doppiato star di Hollywood del calibro di Al Pacino, Silvester Stallone, Dustin Hoffman, Robert De Niro. Una carriera straordinaria che l’ha reso uno dei doppiatori più grandi del cinema italiano. La sua voce, inconfondibile, ancora oggi risuona in tantissimi film. In realtà Ferruccio non è stato solo un doppiatore, ma anche un attore amato dal pubblico ed ammirato dagli addetti ai lavori anche per la sua eleganza ed infinita professionalità. Il figlio Claudio Amendola ha intrapreso la strada del cinema e del doppiato e come si direbbe “buon sangue non mente”, visto che è tra gli attori più apprezzati del cinema italiano.



Claudio Amendola è nato dall’amore tra il papà Ferruccio e la mamma Rita Savagnone, anche lei attrice e doppiatrice. Proprio il figlio Claudio Amendola parlando del papà ha confessato: “averlo avuto come padre mi permette fortunatamente di rivederlo spesso, e dato che era anche doppiatore posso anche risentirlo. Un suo film lo becchi sempre, anche a occhi chiusi, non c’è proprio verso, era un perfezionista, anche se cambiava timbro, un vero stakanovista”.

Ferruccio Amendola e il rapporto col figlio Claudio Amendola

Il figlio Claudio Amendola ricordando Ferruccio Amendola ha ricordato i tanti personaggi a cui il papà ha dato la voce. Tra questi c’era anche Sylvester Stallone e proprio al doppiaggio della star hollywoodiana ha confessato: “una volta papà ebbe difficoltà con Stallone in Rocky 3, perché lui parlava nel film con la mandibola tutta storia e non era affatto facile capirlo e rifarlo correttamente. Alla fine però è venuto fuori un lavoro eccellente, tornando al discorso del perfezionista”.

Non solo, Claudio ha anche sottolineato quanto l’influsso del papà Ferruccio sia stato fondamentale per lui nello scegliere di intraprendere la strada del cinema: “lo devo ringraziare più di tutti, più degli altri miei fratelli: mi ha regalato un mestiere e mi ha salvato la vita perchè altrimenti non so cosa avrei fatto. E’ stato un uomo che ha avuto un grande successo ma se lo è sudato e meritato. Con papà ho vissuto momenti bellissimi, mi ha insegnato tutti i segreti del mestiere. Me lo sono goduto e lui si è goduto la vita fino in fondo”.