Da una decisione in Asia potrebbe scaturirsi presto una vera e propria crisi per l’agricoltura mondiale che potrebbe dover fare a meno di una quantità ingente di fertilizzanti fin qui esportati dalla Cina. Da Pechino è infatti arrivata la decisione di mettere un freno all’esportazione del prodotto, con profonde restrizioni che hanno già causato effetti indesiderati nelle economie di tutti i paesi del mondo che si ritrovano a fare i conti con l’aumento sproporzionato dei prezzi che presto potrebbe causare dei problemi ai raccolti.



Come riferito da Bloomberg da parte della Cina è infatti arrivata l’indicazione di nuovi requisiti che i fertilizzanti esportati dovranno avere, tra questi c’è l’ispezione sull’urea al nitrato di ammonio. Le restrizioni provenienti dal paese asiatico si collegano poi alle chiusure di diversi impianti che hanno dato come risultante una impennata dei prezzi che potrebbero proseguire con la crescita anche nel 2022 portando ad una vera e propria inflazione alimentare.



Fertilizzanti e esportazioni limitate dalla Cina

La decisione da parte della Cina di mettere un freno alle esportazioni di fertilizzanti presso altri paesi è arrivata il 15 ottobre scorso. Le nuove ispezioni più ferree e i requisiti aggiornati non sono di certo passati inosservati, col National Development and Reform Commission, il principale pianificatore economico cinese, ha esortato le autorità locali a garantire prezzi stabili mantenendo in funzione gli impianti di fertilizzanti.

Una riduzione delle esportazioni dalla Cina, paese che controlla il 30% del mercato globale dei fertilizzanti, potrebbe causare carenze in India, Pakistan e nel Sud-Est asiatico, i maggiori acquirenti dei suoi fertilizzanti. Prezzi più alti potrebbero costringere gli agricoltori a piantare di meno e/o a dover aumentare i prezzi dei raccolti. L’Europa potrebbe incontrare difficoltà nell’approvvigionamento di fertilizzanti presso più impianti domestici che hanno chiuso o ridotto la produzione di nutrienti a causa degli alti prezzi del gas naturale. Le restrizioni alle esportazioni della Cina renderanno più difficile per l’area dell’euro importare forniture.