Ferzan Ozpetek ospite a Domenica In di Mara Venier per presentare il nuovo libro “Come un respiro” uscito per Mondadori ed ambientato nella sua città natale: Istanbul. “E’ uscito da pochissimo tempo, sta andando molto tempo” – ha detto il regista turco che, parlando della sua nuova opera letteraria precisa – “è un libro che avrei voluto leggere anche io, poi ci sono state varie coincidenze della mia vita. Il romanzo è sempre stato un mistero per me, mia nonna con la sorella a 20 anni hanno litigato per una cavolata e non si sono mai più parlate”. Parte da una storia familiare questo nuovo romanzo del regista turco che nel libro parla proprio del rapporto tra due donne che richiamano alla memoria la nonna: “hanno litigato per una scatola di gioielli e non si sono più parlate fino alla morte. Ho cercato anche la risposta a questo. Racconto una Istanbul degli anni ’70”. Poi in collegamento Jasmine Trinca, Stefano Accorsi e Edoardo Leo, protagonisti de “La dea fortuna”, l’ultimo film del regista turco. L’attrice, vincitrice del Premio David di Donatello rivela: “non me l’aspettavo. Non sono una che compete, è stato Ferzan ad insistere che la mia candidatura fosse da attrice protagonista, gli sono grata non soltanto del premio, ma anche di questa nuova visione delle cose”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Ferzan Ozpetek: “Come un respiro”, il nuovo libro: “La mia prima lettrice? Mina”

S’intitola Come un respiro (Mondadori), l’ultimo romanzo di Ferzan Ozpetek che lo stesso autore presenterà oggi a Domenica In. Il libro racconta la storia di due sorelle lontane, una storia parzialmente biografica, che trae spunto dalle vicende reali di sua nonna e della sorella di quest’ultima, la prozia di Ferzan: “Da anni pensavo alla storia di mia nonna che da ragazza ha litigato con sua sorella per un motivo misterioso, e non si sono mai più incontrate fino alla loro morte”. Una storia non bellissima, dunque, ma probabilmente a lieto fine (non si sa). Lo scrittore ne parla approfonditamente in un’intervista al Quotidiano di Puglia: “La sorella fece un bel matrimonio, visse a Venezia, aveva cavalli da corsa e una vita brillante. Poi ad una cena 38 anni fa ho conosciuto un giovane che era suo nipote, e mi ha ricordato di queste sorelle divise. C’è qualcosa di simile già accennata nei miei primissimi film, e c’è pure l’incontro alla stazione tra Valeria Golino che va verso Istanbul con una signora misteriosa che qui ritorna…”.



Ferzan Ozpetek parla di Come un respiro

Come un respiro ha in fondo i toni del giallo, dal momento che ciò che divide le due sorelle è una vicenda oscura. Sono diversi gli oggetti presenti nella trama che ricoprono un ruolo fondamentale, nello sviluppo della stessa. C’entrano un epistolario, una casa al Testaccio e un anello particolare che si trasforma in un porta-sigaretta da dito. Ma Ferzan Ozpetek è invitato da più parti a non svelare troppo; da Mina, per esempio. “La prima bozza del libro, non ancora corretta dai refusi, l’ho mandata alla mia amica Mina alle due del pomeriggio per mail”, racconta il regista turco. “Mi ha chiamato la sera che lo aveva già letto, dicendomi che non dovevo pubblicare niente perché era un film perfetto, ma la trama non doveva scoprirsi prima…”.



Ferzan Ozpetek e l’amicizia con Mina

Quando accenna alla sua “amica” Mina, viene da chiedersi se sia proprio la Mina italiana, quella a cui si riferisce. Ebbene, sì: i due hanno avuto modo di collaborare già una volta, quando ha deciso di inserire nella colonna sonora del suo film il brano Luna diamante, tratto dal famoso album con Ivano Fossati. “Sì, è lei, la grande Mina, è la mia prima lettrice e tante altre cose per me”, informa Ferzan Ozpetek. “Dopo di lei lo ha letto un amico che pure mi ha detto che si è sentito trascinare nel libro. Però, pensavo, sempre amici miei sono. Giorni fa poi un signore che mi sta aiutando a traslocare per dei lavori in casa mi ha chiesto: ‘ma quella signora alla stazione del romanzo…’, credevo si riferisse ad un corto sui treni. Invece aveva già preso il libro, uscito il giorno prima, e lo aveva letto tutto d’un fiato perché non riusciva a staccarsi. Allora sì, ho cominciato a crederci davvero…”.