Prima di tutto: Buon Primo Maggio! Buona festa del Lavoro. Ma prima di tutto: cosa festeggiamo? L’autorevole Wikipedia ci ricorda che la Festa del lavoro viene celebrata il primo maggio di ogni anno in molti paesi del mondo per ricordare la lotta dei lavoratori per la riduzione della giornata lavorativa. E perché lo si festeggia proprio oggi? La sempre autorevole fonte ci fa sapere che a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago e conosciuti come rivolta di Haymarket. Il 3 maggio i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovarono all’ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l’assembramento, sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi altri. La memoria di quei fatti, quindi, fece cadere, definitivamente, la scelta sul primo maggio.



Con queste poche informazioni siamo, insomma, in grado di evitare gaffes e di non finire su qualche video virale sulla rete. Ciò premesso qual è lo stato di salute del nostro mercato del lavoro? Abbiamo veramente qualcosa da festeggiare?

Ad aiutarci a capire la situazione, tra un bicchiere di vino rosso e una salsiccia alla brace (per i più fortunati magari anche un tuffo in mare), interviene la lettura del rapporto che l’Istat periodicamente pubblica su occupati e disoccupati nel nostro Paese. Si scopre così che a marzo 2019 la stima degli occupati è in crescita rispetto a febbraio (+0,3%, pari a +60 mila unità) e anche il tasso di occupazione sale, arrivando al 58,9% (+0,2 punti percentuali). L’aumento dell’occupazione è determinato, interessante da segnalare, da entrambe le componenti di genere e si concentra più significativamente tra gli under 35 (+69 mila). Sono, altresì, sostanzialmente stabili i dati nella fascia d’età 35-49 anni mentre calano gli over over 50 (-14 mila).



Si registra poi una crescita dei lavoratori a tempo indeterminato (+44 mila) e degli autonomi (+14 mila), mentre risultano sostanzialmente stabili i dipendenti a termine. Il fondamentale (per ogni tipo di analisi) tasso di inattività rimane, quindi, invariato al 34,3% per il terzo mese consecutivo. Buone notizie anche per i giovani che andranno a vedere il “Concertone” di piazza San Giovanni: la disoccupazione giovanile cala, infatti, alle percentuali del 2011.

Bastano questi numeri per poter festeggiare e dire che il nostro Paese sta sconfiggendo il rischio recessione? In questi giorni di campagna elettorale permanente è facilmente immaginabile che ogni parte politica tenterà di evidenziare i propri eventuali meriti o sottolineare le grave mancanze della fazione opposta.



Oggi, però, dovrebbe essere, comunque la si pensi, una grande e bella festa per chi un lavoro già ce l’ha e magari lo vuole migliorare come per chi l’occupazione l’ha persa e si sta impegnando per rientrare in un mercato sempre più difficile e veloce. Oggi, insomma, è il tempo per festeggiare, a prescindere, il lavoro e i lavoratori. Per le polemiche ci aspettano almeno altri interminabili 26 giorni di campagna elettorale.