La Festa del Lavoro ha una lunga storia che risale al XIX secolo. Il Primo Maggio venne istituito come ricorrenza per la prima volta nell’Ottocento. Erano anni di rivendicazioni e lotte per i diritti, per i quali si lotta tuttora. Ma deve diventare anche la festa del lavoro degno, perché non c’è solo una questione di quantità di lavoro, ma anche di qualità, che è anche il metro con cui si misura la civiltà.
Lo evidenzia Vittorio Pelligra sulle colonne del Sole 24 Ore, evidenziando la necessità di una festa che si svolga sì per una giustizia retributiva, ma che si faccia carico di istanze come la giustizia contributiva: «Attenzione, dunque, a che la retorica che spesso circonda la Festa dei Lavoratori non porti ad accontentarsi della richiesta del lavoro per il lavoro, sempre e comunque. Perché il lavoro è travail, è travaglio e fatica e anche per questo, ha ragione d’essere quando è degno e buono, utile e umanizzante». (agg. di Silvana Palazzo)
“LAVORO DIGNITOSO PER ECONOMIA DIVERSA”
Il Primo Maggio è la Festa del Lavoro, un’occasione per rinnovare l’impegno affinché «sia dignitoso», perché solo così può «crescere un’economia diversa». Così Papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro. Il Santo Padre ha la straordinaria capacità di andare dritto al sodo senza perdersi in giri di parole. Un invito che il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha fatto suo, come si evince dall’intervento al Quirinale per la Festa del Lavoro. Anche Orlando ha evidenziato la necessità di «rimettere al centro la dignità del lavoro». Per farlo bisogna costruire regole nuove e garantire salari congrui. L’altra parola chiave è sicurezza, un’altra priorità.
Sono del resto questi i temi che anno dopo anno caratterizzano la Festa del Lavoro. Secondo la tradizione, la prima festa del lavoro sarebbe datata 5 settembre 1882, quindi piena rivoluzione industriale. I “Knights of Labor“, i Cavalieri del lavoro, un’associazione di tipo sindacale, organizzarono una grande manifestazione a New York per chiedere maggiori diritti per gli operai, poi fu stabilito che la manifestazione avvenisse ogni anno. (agg. di Silvana Palazzo)
LA DIGNITÀ DEI LAVORATORI IN QUESTO 1 MAGGIO DI MEMORIA
«La guerra in Ucraina ha spento i riflettori sulle morti bianche. Col rischio di dimenticare. E la damnatio memoriae è una seconda uccisione»: lo scrive Bruno Bignami, direttore Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro. Per capire il perché si festeggia la Festa del Lavoro ogni 1 maggio non vi resta che “ripassarvi” storia e tradizioni “concentrate” nei paragrafi qui sotto.
Di nuovo possiamo ribadire l’importanza e lo stretto legame che rimane tra la Festa dei lavoratori e i problemi anche tragici che la storia anche recente ha purtroppo dimostrato nel mondo del lavoro: come scrive ancora la Cei, «continuano le morti bianche. I dati Inail 2021 parlano di 1221 vittime, senza contare gli infortuni non dichiarati perché avvenuti in contesti di lavoro nero o all’interno di forme di illegalità. I primi due mesi di questo anno raccontano di un aumento del 47,6% degli incidenti. Non c’è da sorridere». Nel suo discorso al Quirinale sulla Festa del Lavoro 2022, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato come «La festa del lavoro è festa per la Repubblica. Rappresenta motivo di riflessione e di impegno. Il primo articolo della Costituzione costituisce il fondamento su cui poggia l’architettura dei principi della nostra democrazia e della nostra civiltà. Al tempo stesso è un pungolo, un senso di marcia, una sfida costante alle istituzioni, ai corpi sociali, alle forze produttive. Il lavoro è misura di libertà, di dignità, rappresenta il contributo alla comunità. È strumento di realizzazione di diritti sociali. È motore di rimozione delle disuguaglianze, tema essenziale dopo la pandemia che le ha aggravate e ne ha create di nuove. Premessa di tutto è la sicurezza sul lavoro».
PORTELLA DELLA GINESTRA E FESTA DEL LAVORO: LE ORIGINI
Come accennavamo, la Festa del Lavoro, che si celebra ogni 1 maggio, nel Ventennio fascista scomparve, inglobata nel cosiddetto “Natale di Roma”, per poi ricomparire dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dal 1990 i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, in collaborazione con il Comune di Roma, organizzano un grande e tradizionale concerto in piazza San Giovanni per celebrare il Primo Maggio, ma va detto che all’inizio non ci fu questo clima di festa. Infatti, nel 1947, il 1° maggio una folla di lavoratori, donne, bambini e anziani fu bersagliata dalle raffiche di mitra della banda di Salvatore Giuliano, mentre ascoltava il discorso di alcuni dirigenti del Pci in occasione della Festa dei lavoratori a Portella della Ginestra.
Furono 11 i morti e oltre 60 i feriti. Serafino Petta, sopravvissuto alla strage, ha dichiarato in passato al “Corriere della Sera”: “Avevo 16 anni, pensavo che fossero i petardi della festa, ma alla seconda raffica ho capito. Ho cominciato a cercare mio padre, non l’ho trovato. Quello che ho visto sono i corpi distesi per terra. I primi due erano di donne: la prima morta, sua figlia incinta ferita. Questa scena ce l’ho ancora oggi negli occhi, non la posso dimenticare”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
PERCHÉ IL 1 MAGGIO SI CELEBRA LA FESTA DEL LAVORO? BENITO MUSSOLINI LA ABOLÌ…
Vi abbiamo spiegato in precedenza perché la Festa del Lavoro si festeggia oggi, 1 maggio, ma occorre anche sottolineare che in Italia, durante il dominio fascista, tale ricorrenza fu letteralmente cancellata. Nell’ottobre 1922, Benito Mussolini divenne presidente del Consiglio ed eliminò quasi da subito il 1° maggio, spogliandolo di ogni suo significato. Era il 19 aprile 1923 e con un decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri la festività venne abolita e accorpata alla festa ufficiale del Fascismo, il “Natale di Roma” (21 aprile).
Dopo quel provvedimento, le milizie fasciste iniziarono a pattugliare il territorio, minacciando e talvolta aggredendo i lavoratori, stroncando sul nascere ogni forma di protesta nelle fabbriche e nei campi e ogni movimento utile alla difesa dei diritti dei lavoratori e che sostenesse azioni collettive e individuali. Furono numerosi le retate, gli arresti preventivi, i sequestri di materiale e la chiusura di fogli e giornali a cui si dovette assistere in uno dei periodi storici più complicati della storia recente del nostro Paese. Insomma, durante il Fascismo, celebrare il 1° maggio divenne un reato duramente punito. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
FESTA DEL LAVORO, PERCHÉ IL 1 MAGGIO? TUTTO PARTÌ DALL’AUSTRALIA…
Nei paragrafi antecedenti vi abbiamo spiegato perché la Festa del Lavoro si festeggia il 1° maggio e, ora, facciamo un passio indietro e concentriamoci sull’eziologia alla base dei primi scioperi che hanno portato alle rivolte di massa dei lavoratori. “8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire” fu lo slogan coniato in Australia nel 1855 e condiviso da gran parte del movimento sindacale del primo Novecento. Queste sono state le parole che hanno aperto la strada a una serie di rivendicazioni generali e all’individuazione di una giornata nella quale tutti i lavoratori potessero incontrarsi per sottolineare e fare valere la propria autonomia e la propria indipendenza.
Giova rammentare, a tal proposito, che a metà Ottocento una giornata di lavoro durava dalle 12 alle 16 ore e che la sicurezza non era affatto garantita, tanto che i morti sul lavoro non erano conteggiati. La protesta dei sindacati, che chiedevano la riduzione della giornata di lavoro a otto ore, durò quattro giorni. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
PERCHÉ SI FESTEGGIA IL 1 MAGGIO LA FESTA DEL LAVORO
Al perché si festeggia il 1 maggio di ogni anno la festa dei lavoratoriFesta del Lavoro – è in realtà molto facile da risalire nel passato storico della società occidentale: questa data fa riferimento ai tumulti per i diritti degli operai nell’Ottocento durante la Rivoluzione industriale degli Stati Uniti d’America.
Una serie di date simboliche e convenzioni hanno poi portato la celebrazione della Festa del Lavoro anche in Italia assimilata al primo giorno di maggio: come detto, il “Labor Day” si celebra in diverse parti nel mondo (curiosamente non negli Usa dove si festeggia il primo lunedì di settembre) per via della manifestazione operaia di Chicago avvenuta il 1 maggio 1886, repressa nel sangue dalle autorità locali. Senza diritti, in pessime condizione sanitarie e di sicurezza, con paga da fame e diversi caduti sui luoghi di lavoro: la situazione due secoli fa era davvero ai minimi a dispetto delle grandi trasformazioni tecnologiche e industriali che stavano emergendo. Così il 20 luglio del 1889 a Parigi i rappresentanti dei partiti socialisti e laburisti europei riuniti per il congresso della “Seconda Internazionale Socialista” fondarono la data della Festa del lavoro proprio per il Primo Maggio di ogni anno.
LA STRAGE DEL 1 MAGGIO, SAN GIUSEPPE E LA FESTA DEL LAVORO IN ITALIA
Stante le pessime condizioni a cui erano sottoposti gli operai di Chicago, il 1 maggio 1886 si tenne quella maxi manifestazione che sfociò in uno sciopero di 4 giorni, repressa nel sangue in quello che viene ricordato come il “massacro di Haymarket”. 11 morti, diversi feriti e una ferma opposizione del potere contro il popolo operaio: la strage però fece scuotere Usa ed Europa, tanto che nel giro di qualche decennio le condizioni migliorarono decisamente, ma quegli avvenimenti sarebbero stati per sempre la radice della Festa del Lavoro.
Solo un anno dopo, il 1 maggio 1867 venne organizzata una nuova manifestazione questa volta per celebrare a Chicago la legge approvata nell’Illinois che imponeva le 8 ore di lavoro giornaliere. In poco tempo la notizia arrivò anche in Europa, in particolare modo nelle più industrializzate Francia e Uk. Se negli Usa grazie agli “Knights of Labor” si decide una cadenza annusare per la manifestazione in solidarietà a tutti i lavoratori, anche nel Vecchio Continente si decise per la medesima, innovativa per l’epoca, via. Il 1 maggio rimase nella storia la data simbolo per commemorare i sanguinosi atti di Chicago ma anche per rivendicare le varie conquiste dei diritti nel mondo del lavoro man mano che i decenni di grandi scoperte industriali proseguirono. Pieno sdoganamento si ebbe poi nel 1955 quando anche la Chiesa decise di appoggiare tale manifestazione pro-lavoro: venne infatti istituito da Papa Pio XII la Festa di San Giuseppe Lavoratore, in modo che anche i cattolici potessero a pieno titolo condividere valori e principi della Festa del Lavoro. Da una strage all’altra, anche in Italia il 1 maggio porta con sé il segno del sangue versato da innocenti operai: il 1° maggio del 1947 si verificò quella che è passata alla storia come la strage di Portella della Ginestra, non lontano da Palermo.
Qui si erano infatti riuniti 2mila lavoratori e contadini per celebrare la ricorrenza del 1° maggio protestando contro il latifondismo: in Italia la Festa del Lavoro venne sospesa dal Fascismo e riabilitata proprio nel 1947 come festa nazionale. Durante quella manifestazione però il bandito Salvatore Giuliano insieme ai suoi uomini sparò sulla folla provocando un massacro assai simile a quello di Chicago di decenni precedenti. Papa Benedetto XVI nel suo discorso a Parigi del 12 settembre 2008 sottolineò la profonda correlazione tra valore del lavoro e vita umana: «Nel mondo greco il lavoro fisico era considerato l’impegno dei servi. Il saggio, l’uomo veramente libero si dedicava unicamente alle cose spirituali; lasciava il lavoro fisico come qualcosa di inferiore a quegli uomini che non sono capaci di questa esistenza superiore nel mondo dello spirito». In questo modo, proseguiva il Santo Padre andando al fondo del senso della Festa del Lavoro, «il lavorare degli uomini doveva apparire come un’espressione particolare della loro somiglianza con Dio e l’uomo, in questo modo, ha facoltà e può partecipare all’operare di Dio nella creazione del mondo».