Nella sua “prima volta” da Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico in occasione del 1° maggio, il vice premier Luigi Di Maio parla all’unisono col Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ne suo consueto discorso ha auspicato che si faccia di più per l’occupazione e per una maggiore dignità sui luoghi di lavoro. E il leader de Movimento 5 Stelle, pur non raccogliendo l’adesione delle tre principali sigle sindacali riunite a Bologna, ha rilanciato sull’introduzione del salario minimo, altra proposta pentastellata che, nel disegno di Di Maio, va ad unirsi al Decreto Dignità e al Reddito di Cittadinanza. “ll lavoro è la priorità del nostro Governo” ha detto il vice premier, spiegando che il passo successivo sarà il taglio del cuneo fiscale come peraltro suggerito dal Colle: a questo, Di Maio ha unito un’altra promessa, vale a dire quella che vi sarà anche quest’anno la neutralizzazione dell’Iva che dunque, nonostante ancora non è chiaro dove si andranno a trovare le coperture, non aumenterà a suo dire: “Lo faremo anche nel 2019, poi giustamente il ministro Tria ha detto che se non facciamo nulla aumenterà, ma lo prometto anche oggi e stiamo lavorando per questo” ha detto il diretto interessato in un’intervista telefonica rilasciata a radio Rtl 102.5. (agg. di R. G. Flore)
MATTARELLA, “SENZA LAVORO NON C’E’ DIRITTO DI CITTADINANZA”
“Senza il lavoro rimane incompiuto il diritto di cittadinanza”: è questo uno dei concetti-cardine del messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel giorno della Festa dei Lavoratori. Dal Quirinale, infatti, il Capo dello Stato fa notare come nell’ultimo periodo il tasso di occupazione in Italia ha fatto sì registrare un segnale positivo ma anche che si tratta di “un livello che non ci può soddisfare”. Per Mattarella creare lavoro è un dovere costituzionale e per questo motivo, nel suo messaggio, riaccende i riflettori sulla questione di genere sui luoghi di lavoro, sottolineando “quello scarto che penalizza le donne” non solo dal punto di vista salariale ma pure delle possibilità di carriera del gentil sesso, senza dimenticare quella “dignità” che qualunque occupazione non dovrebbe mai perdere, nonostante alcuni recenti casi di cronaca e il fatto che i dato sulla distribuzione del lavoro lungo la penisola denotano ancora una notevole disparità tra Nord e Sud. (agg. di R. G. Flore)
MATTARELLA, “AMPLIARE OCCUPAZIONE E’ UN DOVERE”
«Buon primo maggio a tutti i lavoratori italiani in patria e all’estero», così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale in occasione del 1° maggio, Festa del lavoro e dei lavoratori. «Oltre ad essere una festa, rappresenta un’occasione di confronto per rafforzare le potenzialità di sviluppo e di benessere dell’intera comunità nazionale», spiega il capo dello Stato, che sottolinea: «E’ una festa della Repubblica e della Costituzione, il lavoro e la scuola sono stati formidabili ascensori sociali che hanno cambiato il Paese da quanto è nata la Repubblica. Hanno rappresentato e rappresentano il patrimonio di chi non ha ricchezza ma può disporre del proprio ingegno». Mattarella ha poi rivolto un pensiero a chi in questo momento vive un periodo di difficoltà: «Desidero esprimere la mia vicinanza a chi lo sta cercando e ancora non riescono ad ottenerlo, a chi lo ha perduto, a chi è occupato in modo saltuario e precario, a chi lavorano con retribuzione insufficiente per sostenere se stessi e le proprie famiglie. La nostra Costituzione riconosce il lavoro come bene sociale e impone alle Istituzioni di compiere uno sforzo per ampliare le opportunità occupazionali. Si tratta di un dovere pubblico, al quale non ci si può sottrarre». «Il lavoro non deve perdere il suo carattere di motore di dignità. Non possiamo tollerare forme di sfruttamento che rasentano la schiavitù. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a condizioni inumane a cui vengono costretti i lavoratori più deboli», concludendo sui giovani: «Ai giovani desidero esprimere tutto il mio sostegno e la mia vicinanza. Non devono scoraggiarsi bensì credere convintamente nel futuro migliore che loro saranno capaci di costruire». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO: “ULTIMO 1 MAGGIO SENZA SALARIO MINIMO”
1 maggio, mondo della politica protagonista per la Festa del lavoro. Il capo di Stato Sergio Mattarella questa mattina ha deposto una corona di fiori sul monumento dedicato alle vittime del lavoro, un momento di grande commozione prima delle celebrazioni al Quirinale. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha parlato di ultima Festa dei lavoratori senza il salario minimo: «Spero sia l’ultimo primo maggio in cui in Italia non c’è il salario minimo orario: chi lavora deve avere una paga oraria che gli consenta di arrivare alla fine del mese. Altrimenti non è lavoro ma sfruttamento». Intervistato da Rtl 102.5, Di Maio ha aggiunto: «Spero che non ci sia più il livello di burocrazia per chi lavora. Se vogliamo festeggiare i lavoratori, bisogna lasciarli in pace e farli lavorare: ora c’è un livello di burocrazia altissimo per imprenditori e lavoratori». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SINDACATI A BOLOGNA
Si celebra oggi la Festa del Lavoro, in occasione del primo maggio che vedrà andare in scena numerose manifestazioni in tutta Italia per celebrare tale ricorrenza e che vedranno in prima linea i sindacati. In particolare, questi ultimi scenderanno in piazza a Bologna in vista della manifestazione nazionale in Piazza Maggiore dove Cgil, Cisl e Uil celebreranno la festa del lavoro. I tre segretari nazionali – Maurizio Landini (Cgil), Anna Maria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil), dopo il corteo prenderanno la parola. Al centro di questa giornata simbolica molto importante, temi come Europa, lavoro, diritti e stato sociale. Si discuterà quindi di uniformità di regole e contratti e di industria 4.0, anche in vista delle elezioni europee. Molti lavoratori, dunque, si uniranno al corteo e sempre a Bologna ci sarà anche l’Usb in piazza dell’Unità per manifestare in modo molto critico contro l’Ue. Lo stesso avverrà a Piacenza dove molti lavoratori protestano da giorni sul tetto della Gls. I diritti che, purtroppo, vengono sempre meno nell’ambito del lavoro oggi più che mai assumono un alto valore simbolico alla luce delle numerose problematiche ancora tutte da affrontare e risolvere. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LE LOTTE PER I DIRITTI DEI LAVORATORI
Primo maggio 2019, oggi si celebra la Festa del lavoro, conosciuta anche come la Festa dei lavoratori: una ricorrenza annuale celebrata in molti Paesi del mondo volta a ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori. Torniamo alla metà dell’Ottocento e alle battaglie operaie negli Usa e in Europa per la conquista di diritti e sicurezza sul luogo del lavoro: il primo focolaio è stato registrato in Illinois, dove nel 1866 venne approvata la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere. Una svolta epocale, basti pensare che era consuetudine che si lavorasse anche 16 ore al giorno senza alcuna forma di sicurezza. Una rivoluzione, quella siglata a Chicago, che affonda le sue radici nelle manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche nel corso della Rivoluzione industriale degli Stati Uniti d’America, che vide in prima linea l’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americani, i Knights of Labor.
PRIMO MAGGIO, LA FESTA DEL LAVORO: LE SUE ORIGINI
La legge approvata in Illinois entrò in vigore il 1° maggio 1897, giorno in cui fu organizzata un’importante manifestazione. La notizia circolò rapidamente in tutto il mondo, compresa l’Europa: nel settembre del 1866 venne organizzata a Ginevra, in Svizzera, la Prima Internazionale, il congresso dell’Associazione internazionale dei lavoratori. Per arrivare alla conquista dei desiderati diritti dei lavoratori. La Festa del lavoro in Europa venne ufficializzata a Parigi nel 1889 dai delegati socialisti della Seconda Internazionale: una data legata inevitabilmente alla “conquista” di Chicago. La manifestazione del 1° maggio 1890 ottenne grande successo, con migliaia di lavoratori scesi in piazza per rivendicare i propri diritti, un’altissima adesione che rappresentò l’ennesimo punto di svolta. In Italia venne istituita ufficialmente due anni più tardi.
LA FESTA DEI LAVORATORI IN ITALIA
La Festa del lavoro in Italia venne istituita il 1° maggio del 1891, ricorrenza interrotta nel corso del ventennio fascista: i festeggiamenti vennero stoppati a partire dal 1924, anticipati al 21 aprile e trasformati ne il “Natale di Roma – Festa del lavoro”. Un cambiamento ripristinato nel 1945 dopo la fine del secondo conflitto mondiale, dove il primo maggio mantenne lo status di giorno festivo. Due anni più tardi, nel 1947, la tragedia di Portella della Ginestra a Palermo: la banda del boss Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa 2 mila operai in festa; bilancio tragico di undici morti e oltre cinquanta feriti. Dal 1990 CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il Comune di Roma, organizzano un grande concerto per celebrare la ricorrenza del primo maggio, il noto Concertone: in piazza di San Giovanni in laterano migliaia di giovani si ritrovano per assistere alle esibizioni di gruppi musicali e cantanti.