La dottoressa Maria Malucelli ospite stamane di Uno Mattina per parlare degli anziani, del cervello e delle recenti festività di Pasqua dove i parenti si sono ritrovati per pranzare e stare insieme “Non dobbiamo perdere questo senso, il nostro cervello ha come escamotage le abitudini di sempre ma la creatività si nutre con queste esperienze, il cibo, gli incontri con le altre persone. La festa non ha solo un significato religioso ma anche psicologico, ritrovare i rapporti non solo attraverso il cibo ma anche attraverso l’incontro. Pensate ad un nonno che non vede un nipotino magari da un anno, il suo cervello si riattiva e rimane giovani. Dai 60 anni in poi noi abbiamo tante età… non perdiamo nulla”.



E ancora. “Noi dobbiamo partire dal presupposto che da adulti abbiamo tante cose da fare, da adolescenti non siamo di nessuno, siamo noi, da grandi siamo di tutti, quindi i nonni che sono l’altra parte della genitorialità, possono usare esperienza e saggezza con i nipoti raccontando cosa facevano alla loro età… giocare a corda, a palla, a pallone, ricordiamoci che siamo come una candela, una candela al buio fa tanta luce, se tira il vento, non si spegne la luce e quindi come la candela noi possiamo illuminare molto”, chiosa la prof Malucelli.

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