Il festival della carne di cane nella città di Yulin, in Cina, scatena l’indignazione di milioni di persone in giro per il mondo. A maggior ragione nell’anno della pandemia di coronavirus, che secondo gli esperti avrebbe trovato le condizioni ideali per il salto di specie verso l’uomo proprio in uno dei mercati di bestiame all’aperto in cui gli animali vengono anche macellati vivi sul posto, si pensava che il tempo dei cosiddetti wet market fosse finalmente esaurito. Così evidentemente non è stando alle cronache provenienti da Yulin, cittadina dello Guangxi, nella Cina meridionale, dove commercianti e compratori si sono dati appuntamento suscitando le proteste di associazioni animaliste che denunciano il vasto traffico che sorregge questo tipo di eventi, con tantissimi animali che vengono rapiti ai legittimi proprietari per poi essere venduti e macellati.
FESTIVAL CARNE DI CANE A YULIN: 30 MILIONI UCCISI OGNI ANNO PER ALIMENTAZIONE UMANA
A protestare contro il festival della carne di cane a Yulin è Michela Vittoria Brambilla, parlamentare di Forza Italia nonché presidente della Leidaa e rappresentante in Italia della World Dog Alliance: “È sconfortante – dice – constatare che neppure la dura lezione impartita dalla malattia serve a chiudere definitivamente un’iniziativa barbara ed orribile, condannata dal mondo intero e radicata in usi e costumi sempre più impopolari tra la stessa popolazione cinese”. La World Dog Alliance da lei rappresentata in Italia è l’associazione presieduta dal magnate giapponese Genlin che si batte a livello internazionale contro il consumo e il commercio della carne di cane e di gatto. La Brambilla, che è anche presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, ha aggiunto: “Questa volta non solo gli animali rischiano di finire all’inferno: Yulin è un colossale wet market, dove non vengono rispettate neppure le più elementari norme igieniche. Una ragione in più per continuare a batterci affinché la vergognosa strage di animali abbia fine”. Con circa 30 milioni di cani uccisi ogni anno per l’alimentazione umana, di cui oltre 10 milioni solo in Cina, Brambilla si è fatta prima firmataria di una proposta di legge già depositata alla Camera che introduce in Italia il divieto di macellazione, il commercio e il consumo della carne di cane e di gatto: “Benché non vi siano sostanzialmente prove del consumo di carne canina o felina in Italia – sottolinea la parlamentare — introdurre un divieto esplicito con opportune sanzioni penali è necessario non solo per riconoscere compiutamente il ruolo che questi animali d’affezione hanno assunto nella nostra società ma per contribuire ad affermare tale principio a livello internazionale. E’ precisamente la strada intrapresa da altri Paesi europei o di cultura occidentale che sostengono in questo modo la battaglia condotta dalle associazioni di protezione animale soprattutto in Estremo Oriente”.
FESTIVAL CARNE DI CANE, PROPRIETA’ TAUMATURGICHE SOLO PRESUNTE
Per quanto possa suonare strano a queste latitudini, la carne di cane è una delle più consumate in altre parti del mondo. Basti pensare alla Corea del Sud, dove la carne di cane è la quarta per quantità di consumo, dopo quelle di maiale, di manzo e di pollo. Molte popolazioni sono infatti convinte delle proprietà “taumaturgiche” della carne di cane, sebbene di questi presunti benefici non vi sia alcuna evidenza scientifica. Michela Vittoria Brambilla spiega: “Mangiare carne di cane alimenta un traffico indicibilmente crudele che comporta terribili sofferenze per gli animali, anche perché si ritiene che infliggere dolore aumenti i livelli di adrenalina dell’animale, rendendo più tenera la sua carne e accrescendo le sue presunte proprietà benefiche. Accade spesso che gli animali, in molti casi sottratti alle loro famiglie, siano uccisi con scosse elettriche o a randellate e scuoiati mentre sono ancora vivi”.