Il Festival di Venezia 2020 si è concluso ieri con la cerimonia di premiazione ed è tempo di bilanci. Se Venezia 76 è stata la Mostra della consacrazione, la 77. edizione passerà alla storia come quella della ripartenza. Dopo il forfait di Cannes, Venezia è stato il primo grande festival al mondo a ripartire in epoca di pandemia da coronavirus e l’esame è stato superato con il massimo dei voti. L’organizzazione della Biennale è stata perfetta, compreso il sistema di prenotazioni dopo un avvio incerto, dimostrando che è possibile convivere con il virus, nonostante le difficoltà del caso.
«È stata un’edizione unica, è stata apprezzata da tutti al di là delle nostre aspettative. E’ stata premiata la nostra organizzazione, elogiata per precisione e meticolosità», le dichiarazioni del direttore Alberto Barbera ai microfoni di Rai Movie, ed è ancora una volta lui il grande protagonista dei successi della Biennale Cinema: nonostante l’assenza dei “big” americani (Netflix compreso), l’ex direttore del Museo nazionale del cinema di Torino ha tirato fuori dal cilindro un programma di qualità, con un mix di grandi maestri e giovani promesse. Senza dimenticare le potenzialità della sezione Orizzonti, che si è concessa il lusso di ospitare autori come Lav Diaz (premio per la regia per il suo Genus Pan) ed i documentaristi D’Anolfi-Parenti.
Il Festival di Venezia 2020 ha registrato numeri importanti dal punto di vista delle presenze nonostante l’emergenza sanitaria e fortunatamente non sono stati registrati momenti critici, se escludiamo il solito Vittorio Sgarbi. Dopo il boom con Joker di dodici mesi fa, la giuria guidata dalla meravigliosa Cate Blanchett ha assegnato il Leone d’Oro a Nomadland, lungometraggio diretto dalla promettente Chloè Zhao e interpretato dalla sensazionale Frances McDormand. Una pellicola destinata a recitare un ruolo da protagonista agli Oscar 2021… Premiati sia grandi maestri, pensiamo a Konchalovsky, che i giovani talenti, come l’indiano Tamhane, mentre tutti concordi sulle Coppe Volpi: premiati il nostro Pierfrancesco Favino per Padrenostro e Vanessa Kirby per l’interessante Pieces of a Woman.
Ma come ogni anno non mancano le polemiche. Terminata la cerimonia di premiazione del Festival di Venezia 2020, è arrivata la presa di posizione di Rai Cinema. L’amministratore delegato Paolo Del Brocco ha espresso dispiacere e delusione per le scelte della giuria del concorso principale, rea di non aver preso in considerazione come forse meritavano i tre film coprodotti da Rai Cinema (Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, Notturno di Gianfranco Rosi e Le sorelle Macaluso di Emma Dante). «In particolare, dispiace che l’opera di Gianfranco Rosi, unica invitata eccezionalmente a partecipare ai maggiori festival internazionali – da Toronto a New York e Telluride, al London Film Festival, a quello di Tokio e Busan – accolta dal pubblico con 10 minuti di applausi, e quasi l’unanimità di consensi della critica e della stampa delle più prestigiose testate internazionali e italiane, non sia riuscita ad arrivare al cuore di questa giuria la cui composizione probabilmente non includeva tutte le diverse forme del cinema», le parole di Del Brocco. Una nota diramata con troppa fretta, forse…
Da segnalare qualche chicca dalla selezione di Orizzonti: il premio al miglior film è andato a The Wasteland di Ahmad Bahrami, probabilmente la pellicola più sorprendente. Oltre ai già citati Lav Diaz e Parenti-D’Anolfi, da non perdere gli interessanti lavori di Tarzan e Arab Nasser, Gaza Mon Amour, e di Yulene Olaizola, Selva Tragica. Dalla sezione Giornate degli Autori, molto interessanti Felkészülés meghatározatlan ideig tartó együttlétre di Lili Horvát e Konferencija di Ivan I. Tverdovskij.
Non ci resta che rinnovare l’appuntamento alla 78. Mostra del Cinema, in programma dall’1 all’11 settembre 2021. Alberto Barbera è in scadenza, ma diversi colleghi danno per certo l’imminente rinnovo. E non potrebbe essere altrimenti: impossibile pensare al Festival di Venezia senza il direttore…