L’Europa ed una sorta di recovery plan, da finanziare con dei beni pubblici europei. Un’idea lanciata al Festival dell’Economia di Trento proprio dal ministro Brunetta: “La Merkel non voleva gli Eurobond, ma l’americano Hamilton si è inventato il debito federale, il collante che tiene ancora uniti gli USA.



Da sempre l’Europa sta dando prove straordinarie di soluzioni alle crisi. Il voto unanime della governance europea? Deve essere anche un’unione politica, credo che a 100 giorni di guerra si debbono fare ragionamenti mai fatti in precedenza. L’Europa ci ha cambiato la vita in meglio. Berlusconi nel 2002 mise assieme una Nato inclusiva, non ci dovrà essere una pace armata, che comprenda un’area che va dall’Atlantico agli Urali”.



L’inflazione? “Va regolata, come se fosse la temperatura corporea. I lavoratori si tutelano con altri interventi. Non mi piace la moderazione, il salario ed i profitti non possono essere moderati. Ci è voluta una pandemia per crescere, sogno un nuovo accordo col metodo Ciampi ma senza moderazione. Servono riforme strutturali forti, serve una Università che punti sul metodo. Interventi immediati, giocando sull’IVA dei prodotti di largo consumo. La guerra ci sta portando ad una ridefinizione della nostra politica energetica”.

Le imprese e le competenze, ma anche i concorsi pubblici sembrano tirare di meno, è così? “No sui concorsi questi sono luoghi comuni. Ora durano 100 giorni, prima duravano 4 anni. Il pubblico impiego non tira più? Nella pandemia la pubblica amministrazione ha fatto zero ore di licenziamento. Chi dice che il pubblico è pagato meno del privato si ricordi che ci sono altri vantaggi. Il bonus del 110 per cento è stata una misura non ottimizzata, visto che paga Pantalone. Ed ora anche per i sussidi serve un decalage, vanno ripensati. Serve una stagione di riflessione europea”.