Sarà un cartello di relatori di grande prestigio quello del Festival dell’Economia di Trento che si terrà dal 25 al 28 maggio. Negli incontri organizzati in occasione dell’annuale rassegna di Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing, infatti, oltre a tutto il Governo guidato da Giorgia Meloni, a esponenti politici come Elly Schlein e a volti noti del mondo universitario, del giornalismo e dello spettacolo sfileranno ben sei premi Nobel, chiamati a parlare sui temi più disparati, non solo economici, com’è nel Dna e nella tradizione del Festival.
Per indagare il “Futuro del futuro”, tema scelto quest’anno per la kermesse trentina, è stato chiamato, ad esempio, Robert Shiller, il cui Nobel per l’economia risale al 2001, che il 25 maggio spiegherà “Come emozioni e paure influenzano gli investimenti”, raccontando le dinamiche dei mercati, sempre suscettibili ai cambiamenti, reali o anche solo annunciati, in ambito economico o geopolitico. Insieme a lui un secondo Nobel per l’economia, questa volta ottenuto nel 2021, Joseph E. Stiglitz, che nel seminario “Un capitalismo da riformare”, che si terrà il 27 maggio, renderà omaggio a Jean Paul Fitoussi e alla sua attenzione a politiche e riforme inclusive che sappiano armonizzare crescita, equità sociale e rispetto per l’ambiente.
Molto attesi tre Nobel per la pace: Tawakkul Karman, che il 25 maggio approfondirà “le frontiere dell’Africa”, Lech Walesa, protagonista della stagione di Solidarnosc in Polonia, che parlerà (28 maggio) di “Solidarietà e valori nel XXI secolo” e Muhammad Yunus, ideatore del microcredito moderno, che, invece, si occuperà di “Sostenibilità e sviluppo economico”. A completare il novero dei “magnifici sei” Adam Riess, che il Nobel, stavolta per la fisica, lo ha conseguito nel 2011: nell’ultimo giorno di Festival spiegherà le “sorprese nell’espansione dell’universo”.
A Trento, però, sarà protagonista anche la politica italiana: sarà presente tutto il Governo, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La premier, infatti, prima donna a ricoprire questa carica, a mezzogiorno del 26 maggio, al Teatro sociale, dialogherà con la giornalista di Sky e di Radio 24 Maria Latella, sul tema “L’Italia che vorrei”. In altri appuntamenti, invece, saranno presenti i ministri Giorgetti, Nordio, Valditara, Santanchè, Piantedosi, Urso, Casellati e altri ancora.
In città sarà presente anche l’altra donna che ora rappresenta una figura di primo piano della politica italiana, Elly Schlein, neosegretaria del Partito democratico. L’appuntamento con lei sarà il primo giorno di Festival, sempre al Teatro sociale, quando alle 10.45 verrà intervistata dal direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini: il tema sarà “Le nostre idee in economia”. Ci sarà spazio anche per la politica europea, rappresentata da Paolo Gentiloni, che il 28 maggio parlerà della via europea alla crescita sostenibile.
Due giorni prima, invece, sarà la volta di Mario Monti, ora senatore a vita, che tratterà del rapporto tra sovranismo nazionale e sovranità europea, e di Romano Prodi, che dialogherà con il vicepresidente dell’Ispi Paolo Magri, mentre l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio si occuperà delle conseguenze economiche dell’euro. Il 27 maggio toccherà anche al presidente Consob Paolo Savona, mentre il 28 interverrà Giulio Tremonti, che, come presidente della commissione Esteri della Camera, parlerà del destino dell’Europa.
All’appuntamento trentino non mancheranno anche alcune firme del giornalismo italiano come Ferruccio de Bortoli, Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, Luigi Contu, direttore dell’Ansa, Francesca Fagnani, Pietro Senaldi, condirettore di Libero. Ma ci saranno anche personaggi come l’astronauta Samantha Cristoforetti, oltre che rappresentanti del mondo dello spettacolo. A Trento si parlerà anche di Cina: lo farà Marco Tronchetti Provera, ceo di Pirelli, ma anche l’ex ministro Giovanni Tria, il 25 maggio, in un incontro molto particolare: si occuperà di governance nell’economia e nella finanza di Pechino con due giovani leve della Scuola del Comitato centrale del Partito comunista cinese e dell’Accademia nazionale di governance, Xion Jie e Yuan Hui.
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