Sono moltissime le festività di dicembre in tutto il mondo e non solo collegate alla religione e al Santo Natale. Per esempio in Bangladesh si celebra il 16 dicembre il Giorno della Vittoria. Proprio in quel giorno nel 1971 nacque il Bangladesh dopo una lunga guerra tra Pakistan occidentale contro l’India e il Pakistan orientale. La festa serve per ricordare a tutti la ventata di libertà contro ogni tipo di dittatura che per moltissimi anni aveva afflitto la parte a est del Pakistan. Si ricordano inoltre i martiri che non sono riusciti a sopravvivere alla guerra e che hanno dato la loro vita per arrivare alla libertà. I festeggiamenti sono improntati sull’opposizione alla dittatura considerata di fatto una chiusura culturale contro il progresso naturale della nostra umanità. Sono molte le comunità del Bangladesh presenti in Italia che festeggeranno questa opportunità abbastanza recente che li ha resi indipendenti anche di emigrare. (agg. di Matteo Fantozzi)



LE TRADIZIONI DI NATALE IN RUSSIA

Una delle notizie del giorno è quella per cui il noto regista Oliver Stone sceglierà il vaccino prodotto in Russia. Ne approfittiamo allora per approfondire il tema del doodle di Google in questo mese di dicembre, per esplorare le tradizioni di Natale nel Paese dell’Orso slavo. La tradizione ortodossa vuole che nei 40 giorni che precedono il 25 dicembre si osservi un periodo di digiuno durante il quale sono bandite le pietanze a base di carne o latte. Il digiuno completo è previsto invece per la vigilia finché non compare la prima stella in cielo. Il cenone è poi composto da dodici portate, come i dodici apostoli, in cui sono assenti i piatti di carne e pesce. La pietanza tipica per antonomasia è la kut’ja, una sorta di porridge dolce fatto con grano e l’aggiunta di semi di sesamo, miele e talvolta anche di nocciole, cui si accompagna lo vzvar, una calda bevanda dolce a base di frutta. (agg. di Dario D’Angelo)



NATALE IN GIAPPONE

A parte che una delle tradizioni di Natale più importanti degli ultimi anni in Giappone è il pollo fritto (per via della forte campagna pubblicitaria di Kfc in Sol Levante), nel nostro viaggio tra le festività di dicembre in tutto il mondo non possiamo non sottolineare la stranezza giapponese. Con il 4% di cristiani presenti nello Stato orientale più occidentale, la Festa del Natale è assai poco sentita dal punto di vista religioso: di contro, vale la tradizione di festività più per gli innamorati che non per le famiglie. Come ben sottolinea il portale “EvolutionTravel”, a dicembre in Giappone sembra di essere a San Valentino: «Gli innamorati si fanno regali ma appunto il tutto è più simile al nostro San Valentino che al Natale vero e proprio. Tutto, dunque, è declinato sul sentimento romantico: tanto in privato, quanto nei negozi e nei locali». L’unica vera eccezione è per il mercatino di Natale presente a Roppongi Hills a Tokyo: qui però sembra di essere più a Monaco di Baviera e Bolzano che non nel Sol Levante, a dimostrazione della particolare e non “diffusissima” tradizione del Natale giapponese.



IL NATALE COI CANGURI IN AUSTRALIA

Nella nostra ormai quotidiana rassegna sulle principali festività di dicembre in tutto il mondo il “viaggio” immaginario passa ora dall’Australia, uno dei luoghi più visitati e desiderati quando ancora viaggiare era possibile e non vietato dall’insostenibile Covid. Qui il Natale vede diverse “contaminazioni” dall’Occidente, dall’Asia e dai popoli del Pacifico: per esempio, Santa Claus-Babbo Natale arriva a bordo di una slitta sì ma trainata da 6 canguri bianchi. La tradizione vuole che lo stesso Babbo indossi l’akuba, il tipico cappello australiano, con tanti cari saluti all’immaginario “made in Coca Cola” che siamo abituati a rappresentare: nelle case non vi entra dai camini (merce assai rara nella calda Australia) bensì dalle finestre e riempie di regali le calze lasciate dai bambino, in una commistione simpatia tra Babbo Natale e la Befana. Il tutto è servito dalle note della storica canzone popolare australiana “Six White Bloomers” che racconta come nacque il mito di Santa Claus anche nella lontana terra dei canguri. (agg. di Niccolò Magnani)

IL “TIÒ DE NADAL”, LA TRADIZIONE IN CATALOGNA

Prosegue il viaggio di Google nelle Festività di dicembre in tutto il mondo di questo 2020, e anche per oggi, lunedì 14 dicembre, Big G ha dedicato un proprio Doodle all’evento dicembrino. Tante le tradizioni dedicate a questo magico periodo di festa ed in particolare al Natale, come ad esempio il Tiò de Nadal, che tradotto significa “ceppo di Natale”. Si tratta di un personaggio mitologico originario della Catalogna, regione della Spagna con capitale Barcellona, e che è molto radicata proprio in quella zona del territorio iberico, ma anche nell’Occitania bassa, con il nome di Cachafuòc o Soc de Nadal, e infine, nell’Aragona, come Tronca de Nadal o Toza.

In cosa consiste questa particolare ed originale tradizione delle Festività di dicembre in tutto il mondo? Il giorno di Natale o della vigilia si mette il tiò vicino al fuoco per fargli fare i suoi bisogni dopo averlo nutrito. Nel dettaglio si inizia l’8 dicembre a dargli da mangiare ogni notte, e lo si copre con una coperta di modo che lo stesso non abbia freddo.

FESTIVITÀ DI DICEMBRE IN TUTTO IL MONDO, TIÒ DE NADAL: BASTONI, “BISOGNI” E DOLCI

La tradizione catalana prevede una piccola cerimonia che si tiene il giorno di Natale: il Tiò, una volta che espleta i suoi bisogni, di solito dei dolci, vengono presi dai bambini, che nel contempo prendono a bastonate lo stesso ceppo di modo che prosegui a far uscire dal proprio corpo dei dolcetti. Ovviamente si tratta di un momento di gioia e di divertimento, e il tutto è accompagnato da una filastrocca di cui ne esistono varie versioni, fra cui la più nota: “Caga tió, avellanes i torró, si no cagues tió, et donaré un cop de bastó!”, che in poche parole invita il Tiò de Nadal a espletare torrone o nocciole, altrimenti verrà colpito con un bastone.

Di solito i grandi, prima di coprire il ceppo con la coperta, nascondono sotto di essa caramelle, cioccolatini e quant’altro, senza che i bimbi li vedano, di modo che si ripeta la magia.