Orrore a Granarolo, in provincia di Bologna, dove feti e resti umani sono stati rinvenuti all’interno di una capannone ubicato nella zona industriale, conservati in una quarantina di fusti contrassegnati con il tipico simbolo assegnato ai rifiuti biologici. La scoperta choc è stata effettuata nella serata di mercoledì 16 febbraio dalla polizia, dopo essere stata allertata da un giovane che è solito recuperare ferro e vecchi materiali nelle fabbriche dell’area. Ha subito notato che quei resti, lasciati tra ferri vecchi e mobili rotti e immersi in un liquido di colore tendente al verde, avevano qualcosa di anomalo, di insolito, non esitando a chiamare le forze dell’ordine.



Le indagini, condotte dalla squadra mobile della polizia coordinata dalla Procura, sono in corso e avvolte da estremo riserbo. Come ricostruito da “Il Resto del Carlino”, tutto ha inizio in un capannone di via dell’Artigianato, dove un ragazzo di origine sinti è stato convocato per svuotare cantine e magazzini: “Stando al racconto fatto dal giovane – si legge nel servizio – l’uomo che l’ha chiamato gli ha proposto di portare via, oltre al ferro, anche i fusti, col compito di smaltirli da qualche parte. Il ragazzo gli dice che si può fare, ma che prima di caricare i barili – che riportano sul fianco il simbolo dei rifiuti biologici speciali – con il gancio sul cassone del camion, vuol sapere cosa contengano”.



GRANAROLO: IN UN CAPANNONE ABBANDONATO RINVENUTI FUSTI CONTENENTI RESTI UMANI E FETI

A quel punto, scrive ancora “Il Resto del Carlino”, il ragazzo ha provato ad aprirne uno, rompendo il coperchio: fuoriesce liquido sporco, nel quale galleggia un feto. Un vero e proprio choc per il malcapitato, che a quel punto si è messo prontamente in contatto con la polizia e, il resto, è storia nota.

O, almeno, non fino in fondo, considerato l’alone di mistero attorno a questo episodio: “La presenza della polizia, dei vigili del fuoco con le tute bianche e dei carabinieri nella strada ha preoccupato i residenti della zona, che hanno chiesto sui social cosa fosse accaduto. Una vicenda troppo delicata e ancora piena di punti interrogativi, tanto che lo stesso sindaco di Granarolo, Alessandro Ricci, non ha voluto commentarla”.