Scoperta choc, oggi, a Verderio in provincia di Lecco, dove è stato rinvenuto un feto in un depuratore. A compiere il drammatico ritrovamento, come spiega Repubblica.it, è stato un operaio impegnato nelle consuete operazioni di pulizia lo scorso martedì mattina. Il feto di circa tre mesi (solo alcune settimane secondo l’Ansa), in parte già formato, si trovava sulla griglia di protezione dell’impianto. Dopo aver appurato di trovarsi proprio di fronte ad un feto umano, l’uomo – operaio della Lario Reti Holding, azienda municipalizzata del servizio idrico della zona – ha prontamente allertato le forze dell’ordine, giunte sul posto insieme al medico legale. Sul caso sono in corso le indagini affidate ai carabinieri della compagna di Merate. Sul posto sono stati eseguiti tutti i rilievi del caso e successivamente il feto è stato trasferito presso l’ospedale Manzoni di Lecco, in attesa dell’autopsia disposta dall’autorità giudiziaria al fine di risalire all’identità della madre.



FETO TROVATO IN UN DEPURATORE: LE IPOTESI

Il caso choc a Lecco è avvenuto nei giorni scorsi ma solo oggi ne è stata data notizia. Il depuratore nel quale è stato trovato il feto, raccoglie non solo le acque di Verderio ma anche quelle dei paesi limitrofi. Questo complica le indagini attualmente in corso che mirano a stabilire cosa sia realmente accaduto al feto, lungo circa 12 centimetri. Accertamenti sono stati disposti anche nei vari pronto soccorso della zona. Non è chiaro se si sia trattato di un aborto spontaneo o, nella peggiore delle ipotesi, di un atto volontario magari avvenuto da parte di una donna che stava portando avanti una gravidanza indesiderata. Secondo le prime ricostruzioni, non si esclude che il feto sia stato buttato in un water ma l’attenzione è focalizzata proprio sulla dinamica, che cambierebbe di molto la posizione della madre. Il caso è certamente molto delicato e per questo gli inquirenti e la procura di Varese hanno deciso di mantenere il massimo riserbo al fine di non vanificare le già complesse indagini.

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