La storia dell’eredità Agnelli viene riproposta oggi da “100 minuti“, il programma di Corrado Formigli e Alberto Nerazzini che su La7 ricostruisce le vicende dell’ex Fiat, ora Stellantis. Vengono ripercorse le ultime vicissitudini che riguardano l’eredità Agnelli, oggi al centro di uno scontro familiare e giudiziario, la storica azienda e l’intreccio tra vicende familiari e industriali. A firmare l’inchiesta è Giovanna Boursier, che racconta l’arrivo di John Elkann alla guida dell’ex Fiat, mostrando le diversità con il nonno Gianni Agnelli, anche grazie al contributo dell’ingegner Carlo De Benedetti, che è stato amministratore delegato della Fiat per meno di quattro mesi nel 1976 e al maggiordomo Stuart Thornton.



A rivelare gli aspetti inediti di Sergio Marchionne è, invece, la giornalista del Corriere della Sera Bianca Carretto, in particolare sulla sua strategia. Nell’inchiesta trova spazio anche un racconto sulla dismissione dell’ex Fiat, come la cassaintegrazione a Mirafiori, passando per la Magneti Marelli e la Bertone di Grugliasco che è finita in vendita, e un’intervista all’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares.



DA FIAT A STELLANTIS: L’EREDITÀ AGNELLI E LE SFIDE DI ELKANN

Ma nella famiglia Agnelli non si è di certo focalizzati sul passato, perché lo sguardo è rivolto alle sfide future. A 125 anni dalla nascita della Fiat sono emersi nuovi dettagli sulle strategie di Stellantis. John Elkann, presidente dell’holding Exor, non sta attraversando un periodo facile, tra i costi della svolta elettrica alle pressioni del governo Meloni per produrre auto in Italia, visto che la produzione è calata sensibilmente negli ultimi anni.

Intanto, come evidenziato da Milano Finanza, il marchio Fiat è il primo tra tutti i brand di Stellantis, merito ance della 500e che è l’auto che ha ricevuto più premi nei 125 anni di vita della Fiat, conquistando il primo posto in Europa nell’ambito delle city car tutte elettriche, nonostante abbia un prezzo alto e abbia numeri più bassi delle Ferrari vendute nel mondo, una situazione che Roberto Sommella sulle colonne del giornale che dirige definisce «uno dei tanti paradossi di questo mondo così competitivo come quello dell’automobile».