“La Fiat non ha mai preso aiuti statali. Gli Stati entrano nelle imprese quando vanno male e noi andiamo molto bene nella nostra storia che nasce come Fiat tre secoli fa, che poi è evoluta con Fca e che oggi è Stellantis”. A dirlo è stato nei giorni scorsi John Elkann al Festival Internazionale dell’Economia a Torino. Le sue parole, tuttavia, sono state presto smentite.



Prima da Il Sole 24 Ore, poi da Domani. Il quotidiano di Carlo De Benedetti, con un editoriale firmato dall’economista Salvatore Bragantini, ha infatti evidenziato che non è esattamente così. “Che Fiat sia nata tre secoli fa è lo svarione, ridicolo e irrilevante, d’un affannato copywriter; che però non abbia mai dovuto far entrare lo stato in azienda è una mezza verità legale e, se non una reale balla, una sicura burla”, ha scritto l’autore. “Nella sua storia Fiat ha avuto più volte bisogno d’una partecipazione statale ma, potendo scegliere, ha preferito incassare in modi meno vincolanti. Dalle finanze pubbliche nell’ultimo mezzo secolo sono sgorgati 200 miliardi di euro”.



“Fiat non ha mai preso aiuti statali”, i quotidiani contro Elkann

A confermare le accuse di Domani in merito alla mancata veridicità delle affermazioni di John Elkann, secondo cui la Fiat non avrebbe mai ricevuto aiuti statali nella sua storia, è stato anche Start Magazine, che ha rispolverato un articolo realizzato e pubblicato in passato dal saggista Marco Cobianchi, in cui venivano elencati tutti i finanziamenti ottenuti da Fca nel periodo dal 2005 al 2010.

I sostegni in questione non si contano sulle dita di una mano. Si va dagli 81 milioni ricevuti per investimenti in Campania, Molise e Piemonte ai 22,5 milioni andati alla Powertrain, 18,7 all’Iveco di Foggia e 11,2 alla Sevel di Chieti. È emerso, inoltre, che una delle società maggiormente finanziate dallo Stato è stato il Crf, il Centro Ricerche Fiat.