Dopo lo scontro tra il Governo e Stellantis per il nome del Suv compatto Alfa Romeo Junior – originariamente chiamato ‘Milano’ – si riaccendono gli animi con il blocco di 134 differenti esemplari della Fiat Topolino al porto di Livorno, disposto dalla Guardia di finanza e dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. A dare la notizia è la redazione del quotidiano Il Tirreno, secondo il quale (e lo confermano anche la stessa Stellantis in una nota e la Guardia di finanza) il blocco delle Fiat Topolino violerebbe la legge sul cosiddetto ‘italian sounding‘, ovvero la pratica di vendere come Made in Italy un qualsiasi bene prodotto altrove.



Le microcar – nate sulla scia del successo delle colleghe Citroen Ami – sono infatti prodotte in Marocco e il blocco a Livorno era proprio collegato ad una consegna di nuovi esemplari destinati alla vendita sia sul nostro territorio, che nel resto dell’Europa. Il nome della Fiat Topolino, peraltro, rimanda ad uno storico modello prodotto in Italia negli scorsi decenni, ritrasformato in una piccola macchina limitata ai 50 chilometri orari, pensata per i 14enni con il patentino.



La risposta di Stellantis: “Nessun intento decettivo con le Fiat Topolino”

Insomma, l’intervento della GdF e dell’Agenzia delle dogane – riporta il Tirreno – è motivato dal fatto che tutti e 134 gli esemplari delle Fiat Topolino (115 del modello base e 15 del modello ‘Docevita’) presenterebbero sulle portiere una piccola bandiera italiana: secondo gli inquirenti si tratterebbe di ‘vendita di prodotti industriali con segni mendaci‘ che ha portato all’iscrizione al registro degli indagati del procuratore della Stellantis Europa, delegazione dell’azienda con sede in Italia che ha ideato il design delle Fiat Topolino.



“Per risolvere ogni questione”, scrive Stellantis in una nota, “è stato deciso di intervenire sui veicoli in sequestro con la rimozione dei piccoli adesivi previa autorizzazione delle Autorità”. Peraltro, il gruppo che ora ha sede in Francia ha precisato che “l’adesivo aveva la sola finalità di indicare l’origine imprenditoriale del prodotto”, rimandando a quella Fiat Topolino particolarmente venduta negli anni ’30 e ’40, con un nuovo design “ideato e sviluppato a Torino da un team di professionisti del Centro Stile FIAT di Stellantis Europe Spa”. Dal conto loro, i vertici di Stellantis si dicono anche certi di “avere operato nel pieno rispetto delle norme, comunicando in modo trasparente il Paese di produzione, senza alcun intento decettivo“.