«Reddito di Cittadinanza? Troppo presto per parlare di possibili modifiche. Il concetto alla base del reddito io lo condivido appieno»: con queste parole pronunciate venerdì dal Premier Mario Draghi qualcosa nel Movimento 5 Stelle è “cambiato” nei confronti di Palazzo Chigi e di un Governo vissuto, per molti parlamentari grillini, in larga parte come “punizione” rispetto al precedente Conte-bis. Oggi su “La Repubblica” il Presidente della Camera Roberto Fico coglie l’invito di Draghi e lo giudica molto positivo, rispetto alle richieste di modifiche urgente avanzate da Matteo Renzi e Matteo Salvini all’impianto del RdC approvato nel 2019 dal Governo Conte-1 (M5s e Lega).



«Credo sia proprio sbagliato descrivere Draghi come un turboliberista e credo che con lui si possa lavorare bene come Movimento, soprattutto ora che con l’elezione di Conte a presidente i ruoli sono definiti», spiega il candidato (secondo i retroscena) a prossimo membro del Comitato di Garanzia M5s. Le parole di Draghi sulla ‘bandiera’ del Movimento «sono molto importanti perché il presidente del Consiglio ha detto di condividere l’impianto di base, il concetto del reddito. Il che significa che questa misura può essere ampliata, migliorata, ma non depotenziata. Una questione di civiltà, soprattutto in un momento così difficile delle nostre vite, perché il reddito di cittadinanza aiuta i più deboli. È nato per questo e questo ha fatto».



IL “NUOVO” M5S, LA VERSIONE DI FICO

Draghi ha risposto a distanza sia a Italia Viva che alla Lega, ma ha parlato anche con il M5s che ritiene il Reddito di Cittadinanza perfetto e funzionante così come è ora: «ci saranno modifiche», ha fatto intendere il Premier sebbene rimandando probabilmente al 2022 la discussione. Fico rivendica invece la difesa del Reddito di Cittadinanza, «non per salvare una bandiera, ma per quello che ha significato per milioni di famiglie italiane. Persone e dati reali. Siamo aperti a qualsiasi discussione per migliorarlo, ma se qualcuno vorrà cancellarlo faremo le barricate. Le parole di Draghi dimostrano che non ce ne sarà bisogno». Il Presidente di Montecitorio non replica direttamente alla vicesegretaria Pd Irene Tinagli (quando spiegava giusto ieri che il sostegno impresso dal RdC «è sacrosanto, ma vanno rivisti i criteri di accesso»), ma comunque rilancia su possibili migliorie «Che le politiche attive devono essere supportate, migliorate, che bisogna investirci, anche grazie ai fondi del Piano di ripresa e resilienza. Non ho tabù ideologici da questo punto di vista, può essere un’idea su cui lavorare». In merito al futuro del suo M5s, Fico dopo la conferma di Conte a nuovo leader si dice speranzoso: «Siamo a un nuovo inizio e stiamo cercando di mettere a frutto tutta l’esperienza accumulata in questi otto anni di Parlamento e nelle istituzioni. Abbiamo la necessità di unire il lavoro fatto prima, fuori dalle istituzioni, e quello che abbiamo portato avanti al loro interno, come forza di opposizione e come forza di governo. È giusto così».

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