“Blanca” riscrive la storia della protesta contro il green pass al porto di Trieste e scoppia la polemica. In molti hanno fatto notare che una fiction in quanto tale è finzione e che può ispirarsi alla vita reale, ma non necessariamente riproporre cose realmente accadute, ma ciò non è servito a placare la bufera, tanto che pure Stefano Puzzer, leader dei portuali che protestarono, è intervenuto oggi. Ma facciamo un passo indietro. Il caso è scoppiato per una scena in commissariato, in particolare per un colloquio. «Tre anni fa a Trieste, durante uno sciopero dei portuali, io ero a capo del servizio di ordine pubblico. La situazione era tranquilla, poi i manifestanti hanno cominciato ad aggredirci, e io ho ordinato la carica. Poi la situazione si è calmata, Frida era a terra, uccisa da un colpo violento alla testa. Il processo poi ha dimostrato che il colpo era stato inferto da uno dei dimostranti, ma per anni non si è mai rassegnato».
Le cose, in realtà, non sono andate così a Trieste. I manifestanti al Molo 17 erano seduti a terra e furono raggiunti da getti di acqua gelata dalla polizia che voleva sgomberare il porto. Quel riferimento ad un fatto realmente accaduto, escludendo la parte finale in cui si cita un personaggio immaginario, ha scatenato l’indignazione sui social, e non solo. Lo dimostrano le dichiarazioni rese da Stefano Puzzer a La Verità.
BLANCA E PORTUALI TRIESTE, LA RABBIA DI PUZZER
«È veramente allucinante, alla fine è chiaro che si riferiscano a noi portuali, anche se dicono che ogni riferimento è puramente casuale. Il fatto di far passare in una fiction i portuali come quelli che hanno attaccato le forze dell’ordine, mentre noi eravamo lì solamente per difendere i nostri diritti, è veramente schifoso e vergognoso». Stefano Puzzer nell’intervista a La Verità esprime tutta la sua amarezza, ma anche «una rabbia enorme», anche per il timore che in futuro ci si possa fare un’idea diversa dalla realtà, «nonostante ci siano migliaia di video che testimoniano il fatto che noi eravamo seduti e tranquilli». Per Puzzer la situazione è grave: «Non siamo neanche in un regime o una dittatura, ma dentro a qualcosa di peggio».
L’ex leader dei portuali di Trieste se la prende anche con chi ha realizzato la fiction Rai “Blanca“: «Forse chi ha scritto quella serie non sa che cosa c’è dietro alla decisione semplice, normale, naturale che abbiamo preso – quella di scioperare – per difendere i nostri diritti. Non sanno quanti sacrifici abbiamo fatto, mettendo in gioco la nostra famiglia, il nostro lavoro, il futuro dei nostri figli». Puzzer ne ha anche per il cast: «Mi chiedo se gli attori, leggendo la parte, si siano posti il problema di ciò che stavano per mettere in scena. Ma credo di no. Stavano parlando di me, di noi, di persone che hanno messo in gioco tutta la loro vita: se io fossi un attore, e dovessi interpretare un ruolo simile, me le farei queste domande. Vuol dire che questa gente una coscienza non ce l’ha».
“RAI DOVREBBE ESSERE AL DI SOPRA DELLE PARTI”
Dal punto di vista personale, Stefano Puzzer racconta che dopo il licenziamento sta facendo tutti i lavori possibili in attesa dell’appello in febbraio per la causa di lavoro, ma è disposto ad arrivare anche in Cassazione. «Per fortuna, un giudice di Trieste ha avuto il coraggio di dire che un’azienda deve rimborsare le sospensioni di undici lavoratori che avevano deciso di aderire allo sciopero di quei giorni, di fatto legittimandolo. E questo è un piccolo passo, non poco importante. Però quando vedi quattro pagliacci che in tv si permettono di andare a dire certe cose e di screditare i nostri principi…», spiega a La Verità.
L’ex leader dei portuali di Trieste ritiene che la fiction Rai “Blanca” non abbia solo screditato la loro azione, ma anche i principi che l’hanno ispirata. «Delle famiglie che avevano deciso di rimanere a casa senza stipendio perché volevano difendere i loro sacrosanti diritti. Ed è ancora più vergognoso che a fare una cosa del genere sia stata la tv pubblica, che dovrebbe essere al di sopra delle parti».