Anche il programma storico di Bruno Vespa, Porta a Porta, si è occupato del caso di Chiara Petrolini, la 21enne della provincia di Parma che avrebbe partorito per ben due volte, per poi far morire i suoi piccoli e seppellirli in giardino. Dopo la recente intervista a Le Iene, il fidanzato di Chiara Petrolini ha parlato con le telecamere del talk di Rai Uno spiegando: “Sono state settimane molto difficili per me perchè sono finito mio malgrado al centro di una storia non tanto bella, come ho già detto in più circostanze e nelle sedi opportune, non sapevo nulla, non me lo aspettavo proprio e ha colpito come ha colpito tutti, anche me”.



Il fidanzato di Chiara Petrolini ha spiegato di sentirsi come dentro un frullatore, e che la sua vita è ora sotto una lente di ingrandimento da parte di numerosi soggetti, a cominciare dai giornalisti che lo fermano ad ogni angolo del paese, precisa ancora lo stesso. Dopo un momento di debolezza ha voluto rilasciare l’intervista a Le Iene, aggiungendo che è stato molto liberatorio, ma ora non parlerà più, come conferma poco dopo.



CHIARA PETROLINI, IL FIDANZATO: “NON AVEVO LA PERCEZIONE…”

Il ragazzo ha svelato di non aver compreso subito, di non avere la percezione del clamore mediatico che si era venuto a creare attorno a questa vicenda, nonchè subito dopo la sua recente chiacchierata con Le Iene e proprio per questo ha comunicato che l’intervista rilasciata a Porta a Porta sarà l’ultima che farà, per lo meno in questo periodo di tempo, fino a che i riflettori non si saranno un po’ spenti.

Porta a Porta ha parlato anche con il procuratore di Parma che si sta occupando del caso: “Allo stato riteniamo che il caso del primo bambino sia uguale al secondo caso”, e ancora: “Nessuno in famiglia e al di fuori si era accorto della gravidanza della ragazza, dalle ricerche che lei ha fatto su internet fino alla notte del parto emerge che lei si interfacciava solamente con la rete”.



CHIARA PETROLINI, LE PAROLE DEL PROCURATORE: “CHIESTO L’ARRESTO PERCHE’…”

Il procuratore ha proseguito: “Le ricerche sul telefonino arrivano fino ad un certo punto, abbiamo incaricato un medico legale ed un antropologo per cercare di ricostruire la vicenda di questo primo bimbo, in particolare capire se sia nato vivo o morto”.

Poi aggiunge, in merito alla richiesta della Procura di chiedere l’arresto in carcere di Chiara Petrolini: “Noi riteniamo che il ragionamento fatto dal Gip non sia condivisibile sia per quanto riguarda l’omicidio come la soppressione di cadavere che il Gip, per la vicenda del 7 agosto ha classificato come occultamento. E’ una vicenda che lascia molto amara in bocca, la solitudine in cui si è trovata la ragazza è una cosa che ci spinge ad interrogarci”.