La Dottoressa Fidelia Cascini, docente e ricercatrice dell’università Cattolica di Roma, è stata ieri sera in collegamento con il programma di Rete 4, Quarta Repubblica, condotto da Nicola Porro, e nell’occasione ha presentato il suo studio pubblicato sull’autorevole rivista Lancet che analizza nel dettaglio quante sono le persone non vaccinate in Italia: “Questo studio ci ha permesso di capire quanto è ampia la schiera delle persone non vaccinate e a cosa è dovuta l’esitazione verso il vaccino. In Italia abbiamo circa 10 milioni di persone sopra i 12 anni non ancora vaccinate, e 2.6 milioni sono indecise, cioè pronte a vaccinarsi se solo ricevessero un’informazione, una comunicazione migliore, quindi si tratta di persone che hanno bisogno di essere rassicurate più che altro e che non sono assimilabili ai no vax che sono solo poco più di 800mila attualmente in Italia”.



Ma quali sono i fattori legati all’esitazione? Per la prof Cascini sarebbero principalmente quattro: “Il primo è il tempo di sviluppo dei vaccini, questo tempo record ha generato una scarsa sensazione nelle persone che si sono un po’ sentite come cavie, quindi dei vaccini non abbastanza testati, poi testati sulle persone stesse. Le persone chiedono alle aziende farmaceutiche e agli operatori sanitari maggiori informazioni sui processi dei vaccini”.



CASCINI: “IL CASO ASTRAZENECA DALL’IMPATTO MOLTO FORTE”

Il secondo fattore è quello relativo alla scarsa consapevolezza di rischi e benefici: “Il caso scuola è stato quello di AstraZeneca, la trombosi indotta da vaccino è venuta all’attenzione della cronaca con un impatto mediatico importantissimo solo quando si sono verificati avversi gravi, ma non in una fase in cui andava avanti lo sviluppo del vaccino, quindi questa informazione avrebbe potuto essere veicolata in modo adeguato non solo all’opinione pubblica ma anche agli operatori sanitari”.

Secondo la dottoressa Cascini, spesso e volentieri non vengono comunicati nel miglior modo possibile anche i benefici: “Le statistiche vengono raramente abbinate alle persone vaccinate riferendosi ai nuovi casi e ai nuovi ricoveri, questo elemento sarebbe invece importante perchè rassicurerebbe le persone”. Chiusura dedicata all’obbligo vaccinale, che fa storcere il naso alla docente: “In generale qualunque obbligo non è ben visto a chi aspira alla libertà, laddove è possibile recuperare milioni di persone con una giusta comunicazione questo potrebbe aiutare ad evitare l’obbligo”.