Rapporto Fides sulle uccisioni di missionari cattolici nel mondo, nel 2024 13 operatori sono stati assassinati, tra cui 8 sacerdoti e cinque laici, impegnati in varie zone tra Europa, Africa e America. I dati pubblicati periodicamente mostrano una diminuzione delle violenze, che erano aumentate a partire dal 2012, anno in cui era stato registrato lo stesso numero di quest’ultimo. Tuttavia il bilancio resta negativo, soprattutto per gli episodi avvenuti in Africa, continente nel quale si trovava la maggior parte delle vittime, sei, uccise per odio contro la fede, spesso per mano di gruppi armati. Al secondo posto c’è l’America Latina, in particolare Messico, Colombia, Brasile e Honduras.
Poi in Europa con due morti: uno in Spagna e uno in Polonia. L’Asia, pur non comparendo in elenco, continua però a far registrare eventi che mettono in pericolo i missionari, che spesso rischiano la vita a causa di ritorsioni, conflitti e disordini sociali. In tutti i casi si è trattato, come ha evidenziato il documento dell’agenzia delle Pontificie opere Missionarie, di crimini particolarmente brutali, con torture, aggressioni e rapimenti avvenuti in un ambito di estrema povertà.
Chi sono i 13 missionari uccisi nel 2024, tra loro 8 sacerdoti e cinque laici volontari
Chi sono i 13 missionari, uccisi mentre prestavano servizio come operatori pastorali? Il rapporto pubblicato dall’agenzia ha ricordato i loro nomi sottolineando anche in particolare la dedizione con la quale portavano avanti le loro attività, spesso in territori segnati da grandi difficoltà economiche e conflitti sociali. Come il catechista Edouard Zoetyenga Yougbare, che è stato rapito e assassinato il 19 aprile in Burkina Faso, ritrovato poi sgozzato, con le mani legate e segni di tortura sul corpo. Ma anche François Kabore, volontario che operava sempre in Burkina Faso e che è morto in un attentato compiuto da un gruppo di jihadisti mentre era riunito in preghiera con alcuni fedeli del luogo. In Camerun, hanno perso la vita 4 persone tra cui padre Christophe Komla Badjougou, mentre in Sud Africa altri due sacerdoti sono stati colpiti a morte poco prima di celebrare messa.
In Honduras è stato registrato l’omicidio di Juan Antonio López, coordinatore di diocesi che aveva denunciato la collaborazione tra le autorità e alcune bande criminali. In Messico, tre sacerdoti uccisi poco dopo aver partecipato alle funzioni religiose. L’Europa invece è menzionata nel rapporto per due distinti casi. Il primo avvenuto in Spagna a novembre, quando Juan Antonio Llorente, frate francescano è stato aggredito nel monastero da un uomo armato con un bastone. In Polonia l’ultima vittima, padre Lech Lachowicz, 72enne colpito da un ascia durante una rapina e deceduto in ospedale dopo 7 giorni.