Stando ai dati Istat, mentre a marzo l’indice di fiducia dei consumatori è diminuito (da 97,0 a 96,5), è cresciuto quello delle imprese (da 95,9 a 97,0), soprattutto nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio. Per Augusto Patrignani, Presidente della Confcommercio della provincia di Forlì-Cesena, l’aumento dell’indicatore relativo alle imprese «è sicuramente un buon segnale, ma il clima non lo vedo così migliorato. Soprattutto nel mondo imprenditoriale legato al commercio siamo ancora in un momento complicato».



Che cosa pesa di più?

C’è una particolare sofferenza in non pochi centri storici, dove non mancano negozi sfitti perché le attività hanno chiuso negli anni e nei mesi scorsi: questo incide negativamente sull’attrattività della zona per i consumatori, oltre che sull’umore degli altri commercianti.



Di fatto, quello che in apparenza sembra un vantaggio, una minor concorrenza, in realtà non lo è.

Esattamente. Una via con delle serrande che restano abbassate da mesi è sicuramente meno attraente di un’altra dove ci sono più negozi e si possono fare acquisti di più prodotti di diverso tipo. Non dobbiamo poi dimenticare che l’online continua a crescere e questo penalizza il commercio di vicinato in generale.

A proposito di consumatori, il clima di fiducia che li riguarda è in calo, soprattutto per il peggioramento della valutazione del quadro economico familiare…

E questo non è certo un bene. Sembra, anzi, contraddittorio che aumenti la fiducia delle imprese quando diminuisce quella dei consumatori, soprattutto per quel che riguarda la propria condizione economica, perché questo potrebbe portare a una diminuzione dei consumi.



Cosa può dirci, invece, di questo periodo pasquale, dove non saranno pochi gli italiani che si concederanno qualche giorno di vacanza?

Nonostante la Pasqua cada in anticipo rispetto ad altri anni, il turismo ne trarrà sicuramente beneficio e questo aiuterà anche il comparto dei servizi. Qui in Romagna si è già pronti ad accogliere i turisti, anche nei ristoranti. Certamente sarà un momento positivo per il nostro comparto.

Secondo il Centro studi di Confindustria, il 2024 è iniziato bene per il settore dei servizi: riuscirà a non frenare com’è accaduto all’industria?

Probabilmente sì, i servizi potranno far meglio del manifatturiero grazie soprattutto al turismo. Sta per iniziare la stagione dei viaggi e delle vacanze e le previsioni sono positive, o quanto meno non si intravvedono scossoni. Anche se c’è da dire che il turismo deve affrontare un problema già emerso dopo il Covid.

Quale?

La difficoltà nel reperire personale. Il rischio è che ci siano i turisti, ma non gli addetti nelle attività direttamente o indirettamente collegate alla loro accoglienza. Servirebbe un intervento, per esempio sul cuneo fiscale, per consentire di aumentare le buste paga e rendere più attrattivo il comparto per molti addetti che sono chiamati a lavorare anche nei fine settimana. Ovviamente sarebbe auspicabile un intervento sul cuneo fiscale generalizzato anche per le altre imprese.

Ritiene utile qualche altro intervento?

Servirebbe un po’ di chiarezza sull’applicazione della Bolkestein per dare qualche certezza in più agli imprenditori delle attività che ne sono interessate, consentendogli di valutare se effettuare o meno degli investimenti.

Sembra invece vicino il taglio dei tassi da parte della Bce. Cosa ne pensa?

Sarebbe importante che scendessero, perché così si alleggerirebbero i costi che molte imprese stanno sostenendo per il rimborso dei finanziamenti ricevuti e anche perché ne guadagnerebbe il potere d’acquisto delle famiglie alle prese con rate dei mutui diventate molto più care nei mesi scorsi. Sarebbe un bene per tutto il Paese.

(Lorenzo Torrisi)

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