I contagi salgono e il Governo prende tempo per scrivere il nuovo Dpcm. Le decisioni erano particolarmente attese, visto che dovrebbero riguardare la riapertura delle discoteche e delle fiere. Invece bisogna aspettare ancora, perché il Governo vuole valutare con attenzione l’andamento dei contagi, a causa del costante incremento dei numeri delle ultime settimane. La proroga dello stato di emergenza non porterà quindi un nuovo Dpcm, almeno fino alla prossima settimana. Il decreto legge che è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale prevede che le regole contenute nell’ultimo Dpcm del 14 luglio, e in vigore fino al 31 luglio, saranno valide per altri 10 giorni. Nel testo, infatti, si legge che «(..) comunque per non oltre dieci giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, continua ad applicarsi il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 luglio 2020». Il Governo è al lavoro in particolare per la riattivazione delle fiere, propedeutico al rilancio del made in Italy.



FIERE, RIAPERTURA RINVIATA: “VOGLIAMO DATA CERTA”

«Le fiere sono il principale strumento per l’internazionalizzazione delle imprese, credo che si ripartirà da settembre», ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E aveva assicurato che si sta lavorando con gli altri Paesi per fare in modo che i buyer non debbano finire poi in quarantena. C’è grande attesa, non a caso dopo dopo queste parole è intervenuto Maurizio Danese, presidente di AEFI-Associazione Esposizioni e Fiere Italiane. «Le fiere devono ripartire. Nel Dpcm del 31 luglio ci aspettiamo la data certa per ripartire l’1 settembre». Pur apprezzando le parole del ministro di Maio sulla ripartenza del sistema delle fiere italiane a settembre, Danese si aspetta fatti concreti dal Governo, in particolare «una data certa per la riapertura dei quartieri fieristici e un piano di aiuti a ristoro delle perdite subite per le cancellazioni delle rassegne a causa del Covid-19». Il settore si aspetta, dunque, una data certa e un fondo di sostegno «al nostro comparto che nel 2020 sarà messo in ginocchio da un crollo del fatturato superiore al 70 per cento».

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