COMUNE DI MILANO RIPRENDE LA TRASCRIZIONE DEI FIGLI DI COPPIE GAY
Il Comune di Milano ha annunciato di voler riprendere la trascrizione dei figli minori di coppie omogenitoriali dopo lo “stop” avvenuto lo scorso marzo dal Prefetto Saccone, a sua volta sancito dalla sentenza della Cassazione nel dicembre 2022 sulla maternità surrogata che aveva reso fuori legge tali certificati (in quanto per Costituzione non è previsto che i genitori di un minore siano dello stesso sesso). L’annuncio è stato dato dal sindaco di Milano Beppe Sala in un video apparso sui social assieme alla assessore per ai Servizi civici e generali Gaia Romani.
«Il Comune di Milano potrà finalmente riprendere la trascrizione degli atti di nascita di minori nati all’estero con due papà, anche se con la sola indicazione del genitore biologico», così il sindaco milanese da anni schierato a favore dell’agenda “arcobaleno” e dal giugno 2022 capofila dei Comuni italiani dove si erano aperte le trascrizioni dei figli di coppie gay nati all’estero. «Questo passo avanti rispetto al quadro degli scorsi mesi – prosegue Sala su Facebook – è successivo al quesito da noi posto al ministero dell’Interno a seguito dello stop di inizio anno ai riconoscimenti e alle trascrizioni degli atti di nascita dei bambini e delle bambine delle coppie omogenitoriali e la risposta del ministero è stata favorevole».
L’ANNUNCIO DI BEPPE SALA: “OK TRASCRIZIONE FIGLI COPPIE GAY MA CON SOLA INDICAZIONE GENITORE BIOLOGICO”
Sala seppur riconoscendo di avviare un “piccola semplificazione” sul tema dei figli di coppie gay, ha aggiunto di voler «rinnovare la nostra vicinanza e quella della città tutta alla comunità Lgbtqia+: siamo con voi e continueremo a lottare al vostro fianco, sempre». È dunque una nuova sfida al Governo Meloni dopo che a marzo il caso dei certificati di filiazione era finito anche sull’asse Bruxelles-Roma, con il Parlamento che aveva rispedito al mittente la richiesta dell’Europa di accettare queste trascrizioni. L’opposizione, al netto dei contenuti e delle singole sensibilità delle parti politiche, si consta sulle sentenze della magistratura e la stessa Costituzione.
Il quesito posto dal Comune di Milano al Viminale chiedeva di «poter trascrivere in anagrafe gli atti di nascita dei bambini con due papà con riferimento quantomeno al genitore biologico per evitare che il minore si trovasse in Italia nella nostra città senza alcun atto che certificasse il legame con la sua famiglia e questo con le innumerevoli difficoltà connesse». L’assessore Romani ricorda con il sindaco Sala come nel vietare tali verificati vi è un «evidente e insostenibile discriminazione in primis alle bambine e ai bambini», annunciando che nelle prossime settimane le famiglie che febbraio-marzo non si erano potute vedere riconosciute le trascrizioni «saranno ricontattate». Il via libera dal Ministero dell’Interno è giunto proprio perché l’indicazione scritta resta al solo genitore biologico, non contravvenendo così alla legge italiana stabilita dall’articolo 30 della Costituzione. Da ricordare anche la recente sentenza della Corte CEDU di Strasburgo che ha riconosciuto come «legittima la decisione dell’Italia sul no alla trascrizione dei figli da maternità surrogata».