Il regolamento europeo per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione è stato ufficialmente bocciato dalla commissione Politiche europee del Senato della Repubblica italiana. Il testo della risoluzione che era stata presentata dal senatore Giulio Terzi (esponente di Fratelli d’Italia e presidente della commissione stessa), ritiene che l’obbligo di riconoscimento del certificato di filiazione Ue vada contro i princìpi di proporzionalità e di sussidiarietà, dando così il via al diritto europeo di prendere il sopravvento sul diritto nazionale.
Come si legge su “Sky Tg24”, la “maternità surrogata, forma di procreazione assistita a cui ricorrono coppie gay ed eterosessuali attualmente vietata in Italia, si pensa venga aggirata con il via libera alla proposta di regolamento. Posizione opposta da parte delle minoranze”. Più dettagliatamente, il Movimento Cinque Stelle, il Terzo polo e il Pd hanno depositato le loro contro-risoluzioni, chiedendo il rinvio del voto.
FIGLI COPPIE GAY, SENATO RESPINGE REGOLAMENTO UE: I PARERI DI PD E CINQUE STELLE
Simona Malpezzi, capogruppo Pd al Senato, a “Sky Tg24” ha commentato a proposito del no del Senato al regolamento Ue sui figli delle coppie gay: “Questo regolamento proposto dall’Ue non andava a intaccare ordinamenti e leggi italiane, ma semplicemente faceva in modo che i figli, con uno status di figli in un determinato Paese della Ue, potessero avere lo stesso status di figli nel Paese europeo dove si spostano con i genitori, quindi mettendo al primo posto il diritto dei minori. La maggioranza non ci ha sentito e addirittura ha posto il tema che così si aprirebbero le porte alla maternità surrogata”.
Le hanno fatto eco Dolores Bevilacqua e Pietro Lorefice, senatori pentastellati: “Con questa decisione Giorgia Meloni e i suoi adepti si assumono una responsabilità clamorosa, quella di portare un Paese come l’Italia sull’asse di Orban e della Polonia sulla materia di diritti, mettendo sempre più in crisi la posizione dell’Italia sui tavoli europei. Oggi è un brutto giorno per la democrazia”. E, ancora: “Hanno continuato a sventolare ossessivamente la bandierina del pericolo di una apertura del nostro ordinamento alla maternità surrogata, quando il regolamento Ue non c’entra nulla con questo”, ma andava a riconoscere ai figli anche delle coppie gay gli stessi diritti su tutto il territorio europeo.