Quanto costano i figli alle famiglie italiane? Quanti tra i maggiorenni continuano a gravare sulle tasche dei genitori, tardando il più possibile il momento dell’uscita di casa e della tanto attesa indipendenza? E – ancora – quanto spesso un genitore è costretto a rinunciare a vacanze, svaghi ed (addirittura) spese mediche pur di accontentare questo o quell’altro capriccio dei pargoli? A tutte queste domande hanno cercato una risposta gli esperti dell’istituto statistico Ipsos assieme ai colleghi dell’Area Studi Legacoop che proprio oggi hanno pubblicato l’ultimo report annuale FragilItalia chiamato – evocativamente – “il costo dei figli” e che è partito da alcuni questionari anonimi a cui hanno risposto 800 persone tra famiglie e neo-maggiorenni.
Il dato (per certi versi sconcertante) di partenza è che circa il 50% delle famiglie vivono abitualmente con i propri bambini che nel 19% dei hanno tra i 19 e i 25 anni e nel 23% sono over 25: tra i maggiorenni poco meno della metà – precisamente il 47% – è ancora totalmente a carico dei genitori, mentre un positivo 24% lavora e contribuisce alle spese familiari. Ancor più sconcertante il secondo dato che emerge a gran voce dal report sulle famiglie e che parla di una spesa media per il mantenimento dei figli che si attesta a circa un terzo del bilancio mensile dei genitori; con un picco (che riguarda circa il 32% degli intervistati) che oscilla tra il 40 e il 70%.
Famiglie e figli: quali sono le spese più impattanti sul bilancio mensile e quali le rinunce dei genitori
Insomma, per dirlo in altre parole: la metà delle famiglie hanno ancora i figli completamente a carico, con un 43% che sono già maggiorenni e continuano a gravare sui genitori; mentre le spese di mantenimento sono quasi sempre attorno al 33% del bilancio familiare con picchi che arrivano al 70%. Sorgerà (almeno dall’esterno) spontanea la domanda su quali siano le spese più impattanti; e la risposta di Ipsos/Legacoop non tarda ad arrivare: tre le spese dei figli più impattanti per le famiglie una buonissima fetta della torta (ben il 63%) parla di abbigliamento, mentre poco più della metà punta il dito contro i libri scolastici; il 48% parla di scarpe, accessori, sport e hobby; un altro 46% della ‘movida‘ e delle uscite con gli amici ed – infine – un altro 45% per le spese mediche e gli abbonamenti ai mezzi di trasporto.
Ma se da un lato mantenere dei bambini (o dei neo-maggiorenni) costa così tanto sul bilancio familiare, dall’altro è chiaro che i genitori per ‘arrivare a fine mese’ sono costretti a rinunciare ai loro desideri: circostanza confermata dal 60% degli intervistati, contrapposti al 30% delle famiglie che preferisce – qualcuno direbbe giustamente – limitare le spese dei figli. Nel primo capitolo i genitori sostengono di aver rinunciato più frequentemente a ristoranti, vacanze ed acquisti importanti (come un auto nuova); ma non manca neppure un 50% di genitori che sono arrivato a ridurre le spese alimentari scegliendo le offerte o prodotti più scadenti ed un altro 39% che ha rinunciato alle spese mediche per se stesso. Dall’altra parte tra le rinunce cadute in capo ai figli – e qui si potrebbe aprire un dibattito sul concetto di priorità – più di un terzo ha evitato di acquistare vestiti o smartphone nuovi; il 30% ha rinunciato alla movida e il 48% ai viaggi studio all’estero (il 25%) o all’iscrizione universitaria (23%); ma anche – e qui ci riferiamo ad un altro report – ai centri estivi.