Gerard Damiano è un regista americano fra i più noti per quanto riguarda il mondo del porno. Recentemente i figli Christar e Gerard Junior sono stati in Italia, precisamente a Torino, e nell’occasione sono stati intervistati dai microfoni del quotidiano La Stampa. La loro presenza all’ombra della Mole la si deve per presentare il capolavoro del padre nella versione in 4K, “Gola profonda“, senza dubbio il film vietato ai minori più famoso di tutti i tempi, e che quest’anno spegne le 50 candeline. “Quel film è parte integrante della nostra vita – raccontano i figli di Gerard Damiano – da bambini siamo stati sul set mentre lo giravano, anche se naturalmente nelle scese di sesso nostra madre ci faceva uscire”.
I figli di Gerard Damiano si ricordano così di quei tempi: “I produttori mandarono mio padre a giare a Miami, perchè dissero che li avevano già chiuso tutti gli accordi. In realtà, quando arrivarono al motel e iniziarono a scaricare le attrezzature, uscì fuori un tipo che minacciò di chiamare la polizia. Scoprì anche che nessuno aveva cercato le location, per cui chi non lavorava sul set andava in giro a trovare i posti per le scene successive”.
GERARD DAMIANO, I FIGLI: “GOLA PROFONDA INCASSO’ UN SACCO MA…”
Gola Profonda ha cambiato letteralmente la vita del padre: “A tutt’oggi è il film che ha generato il maggior profitto nella storia del cinema. Costò 24 mila dollari e ne portò a casa più di 600 milioni. Mio padre aveva una quota del 33% sui ricavi ma quando i soldi iniziarono a piovere venne fuori che gli altri due soci erano membri della mafia. Lo estromisero da tutto, si è sempre considerato fortunato a esserne uscito sano e salvo”.
In merito alla scelta degli attori principali: “Harry Reems era il direttore di produzione, guidò l’auto di mio padre fino a Miami senza sapere che sarebbe stato lui l’attore principale”. Su Linda Lovelace: “Fu il marito e agente Chuck Traynor a presentarla a mio padre, che a quel punto scrisse il film apposta per lei. Era molto timida e riservata, l’unica del cast e della troupe a non restare in contatto con noi”. Qualche anno dopo aver girato il film disse che era stata costretta a farlo, minacciata dal marito con una pistola: “Eravamo in tanti sul set – concludono i figli di Damiano – compresa mia madre e nessuno ha mai visto girare un’arma”.