Caro direttore,

ho letto la notizia della chat degli orrori, quella chiamata The shoah party. L’idea che i miei figli potessero essere in quella chat e vedere quei contenuti mi fa rabbrividire, e mi strazia il cuore sapere che degli innocenti abbiano visto tanta violenza.

Questo ennesimo caso, però, ci fa capire che l’educazione digitale non può più essere un optional. Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e far finta che questi strumenti non ci siano o che non abbiano conseguenze.



Ed è per questo che ho iniziato a fare delle videointerviste a personaggi famosi che raccontano un’esperienza di uso positivo della tecnologia e a esperti che affrontano l’argomento da un punto di vista più professionale, perché la questione c’è ed è urgente. Non sapere come usare gli strumenti tecnologici e digitali può creare dei seri problemi, oltre al fatto che ci perdiamo delle grandi opportunità. E non possiamo risolvere la questione vietando ai figli lo smartphone e mettendogli delle regole rigide. Perché la mamma dà a Cappuccetto Rosso le regole per attraversare il bosco, ma tanto Cappuccetto le infrange perché l’uomo è fatto così.



Attenzione, non è sbagliato dare le regole, perché così Cappuccetto Rosso dentro di sé le conosce, ma il desiderio di libertà, di scoperta, di evasione, la porta a infrangere le regole. Per fortuna, tra l’altro, perché senza i ribelli che hanno infranto le regole saremmo ancora all’età della pietra.

Lo so che è durissima per noi genitori, perché il lupo se la mangia Cappuccetto Rosso, e noi vorremmo impedire al dolore di raggiungere i nostri figli, è naturale. Nella fiaba che ho fatto quando è nata mia figlia l’ho spiegata questa cosa. Ma la mamma non può impedire al lupo di mangiare Cappuccetto Rosso, perché dovrebbe impedirle di andare dalla nonna o dovrebbe andarci insieme a lei, e questo non è giusto per Cappuccetto Rosso.



Quello che possiamo fare è trasmettere ai nostri figli le regole e fargli vedere per cosa viviamo noi, dando ai nostri figli gli strumenti per poter affrontare da soli il bosco. E poi possiamo solo confidare che il cacciatore la tiri fuori dalla pancia del lupo, perché anche nella vita arriva sempre qualcuno che ci salva.