Svolta in Sicilia grazie al lavoro del giudice minorile Roberto Di Bella che nelle passate ore ha firmato 12 provvedimenti di decadenza dalla responsabilità genitoriale nei confronti di altrettanti mafiosi e trafficanti di droga vivici alle cosche siciliane. In due casi si tratta di elementi di primo piano di Cosa nostra catanese. E’ quanto riporta Repubblica che spiega anche come quanto accaduto sia qualcosa di inedito in Sicilia. I figli tolti ai 12 mafiosi, ha spiegato Di Bella, ora vivono in comunità o in altre famiglie. In Sicilia è stato seguito il medesimo progetto già sperimentato con successo in Calabria.



Con il suo lavoro, Di Bella ha dato un’alternativa concreta ai minorenni provenienti da famiglie vicine alla mafia ed anche a familiari che si dissociano dalle logiche della criminalità organizzata a Catania. Già alcune madri si sarebbero fatte avanti come spiegato dal giudice: “Ci hanno manifestato la loro intenzione di rompere con il passato e andare via con i loro figli dalle famiglie di origine sulla base di quanto previsto dal protocollo verranno sostenute per poter iniziare una nuova vita. Determinante è stato il contributo di Libera”.



FIGLI TOLTI A 12 MAFIOSI: È LA PRIMA VOLTA IN SICILIA

Il lavoro del giudice minorile Di Bella, che ha provveduto a togliere i figli a 12 mafiosi e trafficanti, lo ha definito “una sfida”. Nel suo ruolo ha provveduto ad applicare quanto previsto dalla giustizia minorile. La decadenza della responsabilità genitoriale si registra ogni volta che un genitore trascura il proprio figlio non mandandolo a scuola o indottrinandolo sulle regole della mafia, come confermato dalle intercettazioni. Il lavoro è stato possibile grazie alla sinergia tra tribunale dei minori e Dda che ha portato, come spiegato da Di Bella, alla realizzazione di “un fronte unitario nella consapevolezza che stiamo giocando una partita fondamentale”. Il magistrato ha proseguito: “ho visto la sofferenza agli occhi dei figli di mafia e delle loro madri abbiamo il dovere di dargli un’alternativa”. Addirittura un boss della ‘ndrangheta lo avrebbe ringraziato per l’opportunità dato al figlio e che “l’avrebbe voluta anche lui da giovane”. Il tribunale di Catania sta studiando delle forme di affidamento alternative per gli under 18 figli di mafia come per esempio l’affidamento temporaneo anche solo nel corso della giornata. Il giudice ha spiegato l’importanza della sensibilizzazione sui temi delle mafie ed ha lanciato un appello ai ragazzi di Catania ed alle loro famiglie: “Le porte di queste tribunale sono sempre aperte. Possiamo aiutarvi”.

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