A Treviglio un’intera comunità è ancora sotto choc per l’omicidio di Manuela Guerini, la mamma accoltellata e uccisa dalla figlia 15enne per una discussione che sarebbe scaturita da un banale litigio per dei lavoretti di casa non svolti o fatti male. Proprio la ragazzina, che adesso si trova in una comunità protetta, ha chiamato il 112 per avvisarli di aver “fatto male a mia mamma”. Ma com’è possibile che una 15enne, di fatto una bambina, abbia commesso un’atrocità di questo tipo? Ad interrogarsi sono anche gli psicologi, gli esperti che ai casi di cronaca nera sono abituati eccome.
Libero ha sentito al riguardo Matteo Lancini, psicologo e presidente della fondazione Minotauro di Milano, da 30 anni impegnato nella psicoterapia adolescenziale: “Con l’ovvia premessa che sarà compito della magistratura fare chiarezza e capire l’esatta dinamica di quanto è accaduto, siamo in presenza di un caso estremamente atipico”.
FIGLIA 15ENNE ACCOLTELLA MAMMA A TREVIGLIO
Lo psicologo è ancora più netto nella sua disamina: “Per il tipo di arma utilizzata, un coltello, e per l’efferatezza dei fatti, quello di Treviglio è un omicidio anomalo”. Ma quali sono gli elementi che portano Lancini a definire “anomalo” questo caso? L’esperto spiega: “I ragazzi di oggi tendono a indirizzare la rabbia che hanno verso loro stessi, non verso gli altri. I conflitti emotivi che vivono, spesso, trovano espressione in atti di self-cutting (letteralmente tagli auto-inflitti, ndr). Qui è successo esattamente l’opposto”.
Vero è che la cronaca nera è piena di casi in cui giovani figli uccidono i genitori ma di violenza parentale ci si sta occupando solo di recente. In ogni caso, chiosa Lancini, “quella degli adolescenti è una “rabbia narcisistica”, che nasce dallo scarto tra le aspettative che si creano e la realtà in cui poi si imbattono. Tra l’altro non sono molte le ragazze che arrivano a compiere un gesto così estremo”. Eppure ciò non toglie che sia successo…