La Stampa torna all’attacco di Giorgia Meloni, stavolta però esagerando. Sono scoppiate accese polemiche attorno all’articolo “Meloni, la lotta e non il governo. La sovranista del gran rifiuto” firmato da Alberto Mattioli. La sua presa di posizione nella crisi di governo non è piaciuta al giornalista, che legittimamente l’ha criticata. Alcuni passaggi però dell’articolo sono discutibili. «Nella corsa a dire di sì a Draghi, l’unico partito a dirgli di no è anche l’unico a guida femminile». Cosa abbia a che fare il no della leader di Fratelli d’Italia col fatto che è donna è incomprensibile. Ma non è questo il passaggio che indigna.
Lo scivolone arriva quando viene tirata in ballo la famiglia di Giorgia Meloni. «”[…]Comprensivo di sensi di colpa perché la politica la tiene lontana dalla figlia piccola, Ginevra, prodotta con la collaborazione del compagno autore Mediaset di quattro anni più giovane e mai sposato». Ecco, quel “prodotta” è davvero di cattivo gusto, a prescindere dal soggetto chiamato in causa. Da qui la bufera sul giornale diretto da Massimo Giannini.
MELONI E LA FIGLIA “PRODOTTA”: LE SCUSE DI GIANNINI
Fratelli d’Italia insorge. Il senatore Giovanbattista Fazzolari ha espresso solidarietà a Giorgia Meloni per «questo disgustoso attacco», arrivato in quanto «“colpevole” di non aver partecipato alla beatificazione del governo Draghi». Nella vicenda sono intervenuti diversi esponenti di FdI, che peraltro hanno notato il silenzio delle altre colleghe, perché evidentemente gli attacchi se sono rivolti ad una donna di destra non vanno condannati. Ma come sottolinea Isabella Rauti, «quando è una donna di destra ad essere sotto attacco scelgono di stare zitte, il che equivale a condividere quanto scritto». Massimo Giannini, comunque, in virtù delle polemiche scatenate dal suo editoriale è intervenuto per porgere le sue scuse e quelle del quotidiano La Stampa a Giorgia Meloni. «In un pur ottimo articolo su Meloni e sul no al governo Draghi, oggi su La Stampa il nostro Alberto Mattioli usa parole inappropriate in un passaggio su sua figlia Ginevra. Ce ne scusiamo con la leader di Fdi. Non è il nostro stile», ha twittato il direttore de La Stampa.