Se la Cina ha parlato più generalmente di Stati Uniti, la Russia invece punta direttamente il dito contro il figlio di Joe Biden. Ci riferiamo all’accusa di finanziamenti di laboratori di armi biologiche in Ucraina. Il ministero della Difesa russo ritiene che Hunter Biden sia coinvolto. Lo ha rivelato Igor Kirillov, capo della Forza di protezione chimico e biologica, in una conferenza stampa che si è tenuta ieri a Mosca. Kirillov ha mostrato alcuni documenti, asseritamente ucraini e americani, che sarebbero stati trovati durante le operazioni belliche in Ucraina.



Da questi documenti emergerebbe che il fondo di investimenti Rosemont Seneca Partners, che è presieduto dal figlio del presidente Usa, avrebbe sponsorizzato un programma di sviluppo di armi biologiche in Ucraina. In questo programma sarebbero coinvolti Pentagono, l’agenzia Usa per lo sviluppo internazionale, i Centri per il Controllo e la prevenzione delle malattie e addirittura anche la fondazione di George Soros, il miliardario americano che viene spesso presso di mira dalle teorie complottiste.



PESKOV “NOI E CINA CHIEDEREMO SPIEGAZIONI”

L’accusa è pesante, ma non è chiaro se sia propaganda bellica della Russia o di una vicenda reale. Igor Kirillov, che ha parlato in rappresentanza del ministero della Difesa russo, ha mostrato degli incartamenti a suo dire eloquenti. A rincarare la dose il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale nel corso di un punto stampa ha annunciato che Mosca chiederà spiegazioni sul presunto coinvolgimento del figlio di Joe Biden nella vicenda. “Certo, chiederemo spiegazioni. E non solo noi. Sapete che anche la Cina ha già chiesto spiegazioni e che questo programma sia reso trasparente al mondo. Naturalmente, questo sarà di interesse per molti“, ha aggiunto citando esplicitamente Pechino. Non una novità. Da settimane il Cremlino sostiene che in Ucraina ci siano centri specializzati nella produzione e sviluppo di armi chimiche. Una settimana fa, ad esempio, la parassitologa veterinaria Cornelia Silaghi, a capo di un progetto condiviso col centro tedesco Friedrich Loeffler Institute (Fli) e l’Istituto di medicina veterinaria sperimentale e clinica di Kharkiv, aveva spiegato su Science che quelle di Mosca erano fake news.



LE POLEMICHE DELLE ULTIME SETTIMANE

In merito alla collabroazione partita nel 2020, ha spiegato che sono stati esaminati parassiti dei pipistrelli, soprattutto zecche e pulci, per analizzare che tipi di batteri ospitano in Ucraina. “Era una ricerca epidemiologica molto semplice“, le parole della Silaghi, citate dal Fatto Quotidiano. Il 10 marzo però un funzionario del ministero della Difesa russo ha spiegato che quella ricerca faceva parte di un lavoro segreto per armi biologiche finanziato dall’Occidente. La tv di Stato russa hanno citato poi il rapporto parlando di un complotto ucraino per inviare con l’aiuto Usa uccelli, pipistrelli e rettili malati oltre il confine per infettare i russi. Accusa che è stata poi rilanciata dal presidente russo Vladimir Putin. La polemica è cresciuta quando l’Oms ha avvertito riguardo il rischio di fuga di agenti patogeni sotto i bombardamenti, consigliando all’Ucraina di distruggerli per prevenire eventuali fuoriuscite. In una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata dai rappresentanti della Russia, l’ambasciatore Vassily Nebenzya ha spiegato che “il rischio che possano essere rubati per scopi terroristici o per essere venduti al mercato nero è alto“, in riferimento ai campioni di Silaghi che ha replicato: “Non è vero, sono nel mio congelatore. Quello che è stato detto è completamente assurdo“.