Sei anni e sei mesi: questa la condanna che la donna di Prato ha subito per atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione. La vicenda risale a qualche tempo fa: si trattava della relazione che questa donna aveva avuto con un ragazzino 13enne. Lei 32 anni, sposata con un uomo dal quale aveva avuto un figlio, quando entrambi erano giovanissimi. Poi, il fatto raccontato dalle cronache: oggi se ne occupa Libero, che pone l’accento anche sui 20 mesi che il giudice ha dato al marito per “falsa attestazione di stato”. Ovvero, l’uomo ha mentito attribuendosi la paternità del bambino. Sapeva non essere suo: lui stesso racconta di averne avuta la certezza con l’esame del DNA. Nonostante questo, è rimasto accanto alla moglie: anche se la piccola città di Prato mormorava (si legge così), anche se tutti sapevano, anche se “è stato durissimo scoprire il tradimento, una botta pazzesca”.



L’uomo ha scelto di considerare il figlio come suo: dice di averlo fatto perché si sarebbe vergognato ad anteporre l’orgoglio personale, non avrebbe potuto mollare un figlio solo per questo. Sarebbe stato un gesto egoista, e allora ha scelto di amare quel bambino come se fosse suo. Ha detto, nello spiegare la sua decisione, che “un padre è chi lo fa, non chi lo è” e ha citato come esempio gli scambi in culla alla nascita o i figli dell’eterologa. “Non tutti hanno una nascita lineare, eppure crescono felici e sereni”. Così lui è rimasto: adesso, dice che sia stata la scelta più giusta anche se prima o poi, quando il bambino crescerà, dovrà inevitabilmente arrivare il tempo delle spiegazioni. A quel punto, “spero che prevarrà la lezione d’amore della nostra famiglia, il senso di responsabilità che credo di ave trasmesso ai miei due figli”.



EBBE FIGLIO DA 13ENNE: IL MARITO ANCORA AL SUO FIANCO

La donna, tre anni fa, aveva avuto una relazione sessuale con un ragazzino 14enne: il figlio di un’amica cui lei, operatrice sanitaria, doveva dare ripetizioni di inglese come a tanti altri ragazzi che ha seguito nel corso del tempo. L’opinione pubblica non ha avuto pietà, come sempre è nato il processo via social ma il marito ne parla oggi come di una grande mamma e una donna molto forte”, dice che si sta facendo seguire da uno psichiatra e sostiene che anche per lei le cose non sono state semplici. Come è stato possibile arrivare a questa decisione? Difficile dirlo, solo lui può saperlo: ha raccontato al quotidiano che “non si smette di amare per un errore” e che ancora oggi pensa a loro due e i figli come ad una famiglia rafforzata e maturazione avvenuta per entrambi. Lei dice di essersi innamorata di quel ragazzo e di non averlo violentato; lui non giudica l’età ma parla della causa che abbia generato il tradimento, più che il fatto in sé.



Oggi, il padre di questi due bambini dice di essere felice: entrambi i bambini giocano a calcio, il grande ha trasmesso la passione al piccolo, lui li guarda e “non chiedo altro”. Riguardo il lasciare Prato, sostiene che entrambi amano la città e fortunatamente le famiglie hanno fatto scudo ai ragazzi; a proposito, la mamma del ragazzino 13enne (il quale ha oggi 15 anni) ha rilasciato una dichiarazione affermando di avere grande rispetto per la famiglia della donna “che sta vivendo una situazione al pari della nostra”. Poi ha aggiunto che i bambini non si toccano, siano essi maschi o femmine. Adesso, la verità processuale dovrà eventualmente stabilire il resto della storia, ma bisogna solo rispettare la scelta e le azioni di questo padre, e lasciarlo nella serenità e nell’abbraccio della sua famiglia.